Romani

I Romani e le Canarie…

Le Canarie, un arcipelago situato nell’Oceano Atlantico al largo delle coste nord-occidentali dell’Africa, (la costa estrema di Fuerteventura dista dalla costa africana circa 101 km). Oggi conosciuto più che altro come meta turistica, ma che ha anche giocato un ruolo significativo nella storia antica.

Plinio il Vecchio cita l’esistenza di queste isole in una parte del libro Naturalis Historiae, descrivendone il territorio: una sorta di guida turistica d’altri tempi.

La sua capacità di narrazione è stata aiutata dalle informazioni che gli giunsero dalle popolazioni che abitavano la zona della Mauritania (attuale Marocco). 

Nel libro cita anche l’esistenza di animali allora sconosciuti al mondo romano e descritti come “le grosse lucertole”, in realtà erano quelli che noi oggi chiamiamo ‘gechi’.

Inoltre la presenza di molti cani che gli abitanti del posto utilizzavano per proteggere le greggi di pecore e, secondo Plinio, diedero il nome all’isola di Canaria oggi Gran Canaria, “terra dei cani“, dal latino “canis“ da cui l’arcipelago prese il nome.

L’espansione dell’Impero Romano…

L’Impero romano all’apice della sua espansione fece della Mauritania una sua Provincia e questo favorì enormemente le esplorazioni sulle isole dell’arcipelago. Le prime non sono documentate con precisione, ma ci sono prove che indicherebbero che i Romani potrebbero aver raggiunto l’arcipelago già nel primo secolo d.C.

Sulla bellissima Isola di Lobos, un piccolo paradiso situato tra Fuerteventura e Lanzarote, un turista tedesco trovò nel 2012 un frammento di anfora sepolto nella zona della spiaggia di La Concha.

É stata la prova dell’esistenza di un insediamento romano sull’isola. Da questo ritrovamento prese via una campagna di scavi che si sviluppò su un’area di 450 metri quadrati portando alla luce oggetti di grande valore storico, a testimonianza di un abitato romano.

Ma la conoscenza di questo arcipelago è derivata soprattutto da viaggiatori greci o fenici, i cui scambi commerciali con le popolazioni indigene delle Canarie andavano gioco forza ad interagire con il mondo romano, anch’esso noto per l’abilità nel commercio.

Se ne deduce che solcando il mare con la flotta commerciale, i Romani potrebbero aver avuto accesso alle risorse naturali dell’arcipelago, come legno, minerali e alimenti esotici, per rifornire le loro colonie e le loro flotte di navi.

I Romani incuriositi dal mistero delle Canarie?

Il mistero di questo arcipelago, alimentato dalle leggende e dalle storie di terre lontane e misteriose, potrebbe aver suscitato ancor più l’interesse di conquista da parte dei romani.

Tuttavia, le poche prove di insediamenti romani sulle isole sono oggetto di dibattito tra gli storici. Nonostante la mancanza di loro postazioni per così dire “permanenti”, con molta probabilità i contatti commerciali e culturali hanno lasciato un’impronta sulle popolazioni indigene delle Canarie.

Elementi come l’architettura, la lingua e le pratiche agricole con tutta probabilità hanno subito le influenze dall’Impero Romano. Sebbene le prove siano in gran parte indirette, appare chiaro che l’arcipelago faceva parte di un mondo interconnesso, dove le rotte commerciali e i contatti culturali favorivano lo scambio di idee e merci tra culture eterogenee.

L’interesse dei Romani per le Canarie ci offre uno sguardo affascinante sulla vastità delle loro conoscenze geografiche e sulla portata delle loro ambizioni commerciali nel mondo antico.

La loro presenza nelle Canarie ci porta a pensare a Roma come l’Impero infinito e che ha contaminato gli indigeni lasciando in eredità tracce genetiche a salvaguardia della Roma Imperiale, per certi versi mai caduta, per lo meno a me piace pensare così…