I “reietti dello spazio” è il seguito de “i superstiti di Ragnarok” di cui vi ho parlato nello scorso articolo che, se avete perso, potete leggere qui.
Torno a parlare volentieri di Tom Godwin, l’autore di questi due romanzi, perchè mi sembra doveroso ricordare la figura di questo autore scomparso prima di regalarci nuove avventure.
Tom Godwin
Come vi accennai nel precedente articolo, la vita non fu molto gentile con Tom Godwin. Nel 1920, all’età di cinque anni, giocando con la pistola del padre, uccise accidentalmente la sorellina minore. Questo evento lo segnò irrimmediabilmente e si può trovare spesso nei suoi racconti, il riferimento ad una giovinezza spezzata da un evento tragico.
Qualche anno dopo morì anche la madre, e crebbe con il padre, con il quale non ebbe mai un buon rapporto.
Coltivò fin da subito la passione dello scrivere, ma la situazione familiare lo costrinse a ritirarsi da scuola dopo la terza elementare. Malgrado ciò, continuò da autodidatta a studiare da solo molte altre materie consapevole che, se voleva scrivere storie migliori, doveva ampliare le sue conoscenze.
Quando aveva 20 anni provò ad arruolarsi nell’esercito, ma venne congedato dopo pochi mesi per una cifosi alla colonna vertebrale.
Nei primi anni 60 si trasferì dal Maryland, dove era nato, in Arizona a vendere materiale per i cercatori d’oro. Lì conobbe la sua futura moglie, Laureola, che aveva una figlia che egli adottò una volta sposati.
Nel 1970 sua moglie morì, evento che lo segnò definitivamente e che lo portò all’alcoolismo. Nell’estate del 1980 fu ricoverato in un ospedale di Las Vegas dopo essere stato trovato in strada senza conoscenza e senza documenti, dove morì poco dopo. Il corpo rimase nel deposito della camera mortuaria e solo per caso venne riconosciuto da un amico, che avvertì la figlia adottiva che si occupò delle sue esequie.
Cosa aggiungere: nulla se non rammaricarsi per una vita così tragica e per una fine altrettanto amara. Come ho avuto modo di dire nel mio intervento di mercoledi scorso a Radio Calima (che potete vedere qui), “la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo!”
I reietti dello spazio
Il romanzo i reietti dello spazio segue di pochi anni i superstiti di Ragnarok: 1960 uno, 1964 l’altro.
Tom Godwin ci aveva lasciati preannunciando la vendetta contro i Gern, gli alieni che li avevano catturati e lasciati a morire su Ragnarok. Una vendetta che prevedeva una guerra di liberazione di tutti i mondi schiavizzati dai Gern. Una guerra dal finale scontato poiché i superstiti si erano adattati nei secoli alla forte gravità di Ragnarok, una volta e mezza quella della Terra, e potevano sopportare forti accelerazioni in battaglia. Questo li poneva in vantaggio tattico contro le astronavi nemiche.
La genialità di Tom Godwin fu di iniziare il nuovo romanzo non durante la guerra ai Gern, ma al termine di questa. Nessuna descrizione di battaglie cosmiche scontate che non avrebbero arricchito il racconto. La nostra attenzione viene immediatamente attirata dalla rezione della Terra, da dove erano partiti i coloni catturati dai Gern, e di Athena, il mondo colonia dove erano stati deportati i terrestri che non erano stati abbandonati su Ragnarok.
Entrambi diffidano di questi “superuomini” il cui stesso sistema sociale di fiducia e collaborazione reciproca per il bene della comunità è in contrasto con il forte individualismo dei terraniani (unione dei termini terrestri e atheniani).
Così all’apparire di un nuovo potente nemico, che mette a rischio l’incolumità di tutti, Terra e Athena colgono l’occasione per prendere le distanze dagli scomodi vicini e li lasciano da soli a combattere, nella segreta speranza di liberarsene.
Il rifiuto del diverso e i preconcetti affiorano persino nel popolo di Ragnarok quando incontrano le due razze aliene e devono decidere quale delle due è la loro nemica: quella di forma umanoide o quella dall’aspetto felino?
Conclusioni
Naturalmente a voi il piacere di scoprire come va a finire i reietti dello spazio.
Io mi limiterò a dire che il secondo romanzo perde un po’ di quella verve de i superstiti di Ragnarok. Il primo libro tiene incollati alla lettura per seguire l’epopea della conquista di un mondo sconosciuto e pericoloso. Un po’ quello che accade ancora oggi quando vediamo un film western: ci immedesimiamo con questi coloni, coi loro carri pieni di masserizzie e di speranze. Seguiamo le loro avventure chiedendoci se riusciranno a domare un territorio come il selvaggio west. Così è i superstiti di Ragnarok. Ne i reietti dello spazio l’autore ha voluto soffermarsi più sulla dinamica sociale delle diverse razze, quale specchio dei difetti della cultura umana. Una sorta di denuncia dell’incapacità della nostra società di includere il “diverso” e di operare uniti per il vantaggio di tutti.
Concludo lasciandovi come sempre con il mio augurio di una
Vita Lunga e Prosperosa