I disturbi alimentari come l’anoressia, la bulimia e il disturbo da binge-eating (alimentazione incontrollata) una volta si pensava che fossero disturbi diversi. Attualmente, confrontando i vari studi effettuati, si è arrivati ad affermare che esistono molte caratteristiche che accomunano i pazienti affetti da tali patologie.

Disturbi alimentari (anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata) – Le tre patologie sono distinguibili a causa dei differenti sintomi che i soggetti manifestano legati anche ai tratti di personalità dei malati caratteristici di ciascuna delle malattie tre malattie che abbiamo enumerato.

Ad esempio, le anoressiche sembrerebbero contraddistinte da una grande forza di volontà, mentre le bulimiche ne sarebbero prive. Chi soffre, invece, di alimentazione incontrollata, subisce attacchi periodici dove non riesce a controllarsi e cede alla voglia irrefrenabile di abbuffarsi.

Come può vedersi le tre patologie sembrerebbero avere caratteristiche diverse e che non ci fossero collegamenti tra loro. In realtà, approfondendo gli studi sui disturbi alimentari, si è notato che i pazienti, col tempo, tendono a passare da un disturbo all’altro: un’anoressica può diventare bulimica, una bulimica può cessare di mettere in atto condotte eliminatorie, ma comunque lasciarsi andare agli eccessi alimentari (binge-eating).

Da questi risultati non è più possibile effettuare una diagnosi di disturbi alimentari statici, bensì sarà necessario darle quella dinamicità per la possibile trasformazione della patologia in un’altra di quelle citate anche se caratterizzata da atteggiamenti opposti a quelli della malattia precedente. Cioè disturbi che possono trasformarsi nel tempo assumendo altre caratteristiche e trasformandosi in altri disturbi.

Tratti accomunanti fondamentali

Vi sono molti tratti che accomunano questi pazienti legati al rapporto col cibo che assume un ruolo fondamentale come soluzione ad ogni tipo di problema. Il cibo diventa uno dei pensieri fissi, quello che cambia è l’atteggiamento verso di esso, sia per evitarlo, per consumarlo, o per sentirsi in colpa a causa degli eccessi. Gli atteggiamenti che un soggetto può assumere appaiono connessi a tratti individuali comuni ed anche all’ambiente sociale di appartenenza.

Essi sono:

Tratti fisiologici: sono quelli dovuti

–          fragilità genetica (tendenza ad ingrassare)

–          disfunzioni nella comprensione della sensazione di fame

–          disfunzioni nella comprensione della sensazione di sazietà.

Ambiente sociale:

–          stress familiare: situazioni critiche, lotte per il potere

–          rinforzi positivi: attenzione e interesse degli altri se dimagrisco

Tratti psicologici:

–          scarsa autostima (per piacere devo essere magro)

–          convinzioni (se sono magro, tutti i miei problemi si risolveranno)

–          difficoltà a modulare le emozioni (non provo nulla, oppure non so come contenermi)

–          difficoltà a comprendere le distanze tra sé e gli altri

–          vulnerabilità ai messaggi pubblicitari

Tratti comportamentali:

–          dieta e condotte eliminatorie

–          evitamento delle situazioni in cui si è costretti a mangiare in pubblico (feste, ristorante…)

Il caso di due sorelle

Ludovica e Federica sono due sorelle che ho avuto come pazienti a distanza di un anno, una dall’altra. Per prima è arrivata Ludovica, accompagnata dai genitori, aveva compiuto da poco 13 anni ed aveva iniziato a frequentare la terza media. Aveva iniziato ad essere signorina (arrivo delle mestruazioni) quattro mesi prima, durante l’estate.

Da quel periodo, si è visto cambiare con maggiore frequenza, in tempi brevi, il suo atteggiamento verso il cibo. Benché si sforzasse a mangiare aveva difficoltà e avanzava le scuse più strane per evitare di nutrirsi correttamente. Si era dimagrita di molto. Iniziammo i nostri colloqui, all’inizio piuttosto complicati per la sua forte vergogna e timidezza, ma pian piano sempre più utili e fattivi.

Lei mi spiegò qual era la sua convinzione: l’estate aveva conosciuto un ragazzo, Luigi, durante le vacanze al mare e se ne era innamorata. Il ragazzo, tra l’altro molto più grande di lei (intorno ai 20 anni), a suo dire molto bello, aveva parecchie fanciulle che facevano a gara per essere considerate da lui. Ludovica notò che Luigi frequentava assiduamente una ragazza che faceva l’indossatrice ed era magrissima. Da qui la sua convinzione che “se dimagrisco posso aumentare gli interessi di Luigi nei miei confronti”. Lei desiderava diventare come una ragazza magrissima (pelle e ossa) che pubblicizzava una linea di profumi e che vedeva spesso nelle pubblicità.

D’altronde anche una scarsa autostima “cosa posso offrirgli se non la mia silhouette, quindi per piacergli devo essere magra”. Da considerare che Ludovica a 13 anni era già molto sviluppata e prometteva di diventare una gran bella ragazza.

Per realizzare il suo sogno, quindi, dieta e condotte eliminatorie di cibo ed evitamento delle situazioni in cui si è costretti a mangiare in pubblico (feste, ristoranti, ecc.).

Il caso risolto in otto mesi di incontri e arriva Federica

Non è stato facile, ma la terapia adottata per questo caso ha dato i suoi risultati positivi. Ci sono volute molte sedute, a volte più ravvicinate, altre più distanziate. Questi ritmi dovuti all’importanza dell’argomento che si stava discutendo ed i tempi necessari a Ludovica per metabolizzarli e poterli affrontare in modo sano.

In questo periodo ho avuto il piacere di vedere Ludovica riuscire a stabilire il giusto limite tra l’essere magro e l’essere magro in salute. Quindi, mangiare per nutrirsi senza mai eccedere né in più, né in meno.

Dopo un anno dall’ultima seduta con Ludovica, di nuovo vengono a trovarmi i genitori con Federica che, nel frattempo, era arrivata anche lei a 13 anni e aveva iniziato a frequentare la terza media (tra le due sorelle c’era una differenza di due anni esatti di età).

La situazione? La fotocopia di Ludovica, solo che il motivo scatenante era l’invidia verso una sua compagna (estremamente magra) che aveva tanti ragazzi che le stavano dietro, mentre lei nessuno.

C’è stato un seguito per Federica

Dopo essere riuscita a portare alla ragione e, quindi, alla guarigione, anche Federica, seppi che tutta la famiglia si era trasferita in un’altra città italiana al nord per motivi di lavoro del padre.

Federica mi chiamò dopo un anno per parlarmi. Piangeva, mi raccontò che si era ingrassata oltremodo e che aveva questa esigenza incontenibile di abbuffarsi con predilezione verso il gusto salato. Stava andando da uno psicologo che la stava aiutando a trovare il motivo scatenante di questo suo disturbo binge-eating.

Parlammo un po’ per capire facilmente che il suo problema era quello di aver lasciato Roma, la sua città, per trasferirsi al nord. Non le ho più risentite, ma ho saputo che ora stanno bene.

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