Greks, Greci in inglese, sono i protagonisti di un romanzo di Murray Leinster del 1964 di cui vi ho già parlato in un mio precedente articolo: Murray Leinster e il Cavallo di Troia.
Torno sull’argomento perchè mi sono accorto di aver tralasciato un importante aspetto di questa storia: non ho reso omaggio, con il dovuto rispetto, all’autore originale che ha ispirato il racconto: l’Aedo Omero.
In realtà, sebbene attribuita ad Omero, L’Iliade, come pure l’Odissea, non sarebbe totalmente farina del suo sacco. Il poeta avrebbe raggruppato insieme storie tramandate vocalmente da altri per ottenere una narrazione più organica e fluida degli eventi.
Ma andiamo con ordine.
l’autore
Dall’enciclopedia Treccani scopriamo che furono gli antichi ad attribuire l’Iliade e l’Odissea (e molti altri poemi) a un poeta con tale nome, ma che di lui in realtà non sapevano nulla che non fosse leggenda. Le Vite di Omero che sono state scritte in realtà sono romanzi come romanzesco è il Certame di Omero ed Esiodo, il racconto di una gara tra i due poeti greci, giunto a noi da fonti risalenti al 6° sec. a. C.
Anche il nome è stato fonte di ambiguità, probabilmente significa “ostaggio, pegno”, come del resto i suoi natali. Molte città antiche ne reclamavano l’appartenenza: Smirne, Chio, Cuma eolica, Pilo, Itaca, Argo, Atene. A Chio esisteva in età storica una famiglia di poeti (gli Omeridi), che si trasmetteva la professione di rapsodo.
(Al contrario dell’Aedo, che era l’autore e il narratore delle storie da lui scritte, il rapsodo era esclusivamente il narratore. NdA)
Viene da se che, come per la nascita, anche le vicende della vita del poeta sono ignote: tutto quel che è lecito congetturare è che Omero sia stato cantore alla corte di un principe della Troade che si vantava di discendere da Enea, come proverebbe la profezia, contenuta nel libro 20° dell’Iliade, che nella Troade avrebbero in seguito regnato i discendenti di Enea.
Il romanzo fantasy
Ora scatenerò le ire di molti, lo so, ma ormai ho redatto più della metà del mio articolo e non intendo smettere.
Ecco la mia tesi: chiunque sia stato Omero, fu uno dei primi autori del genere Fantasy.
Da cosa traggo questa convinzione? Prima di analizzare insieme le due opere attribuitegli, l’Iliade e l’Odissea, vi ricordo quali sono i presupposti di una storia fantasy.
La fantasy è quel genere letterario narrativo caratterizzato da un’ambientazione fantastica (che non cerca però, come invece fa la fantascienza, una verosimiglianza tecnico-scientifica), in cui convergono elementi delle fiabe di magia, delle saghe e delle mitologie.
Nell’Iliade e nell’Odissea non abbiamo forse tutti questi elementi?
Partendo dalla causa della guerra di Troia, Elena quale premio a Paride per aver fatto da arbitro per decretare quale dea fosse la più bella, all’avvicendarsi di uomini e dei sul campo di battaglia.
…voi tutti movete pure, al piano scendete, fra Teucri ed Achivi,
e questi o quelli, ognuno di voi, come vuole, soccorra.XX libro dell’Iliade; Zeus agli altri dei
Dall’invulnerabilità di Achille, immerso dalla madre nelle acque dello stige ad eccezione del tallone, all’aperta interferenza degli dei: Apollo incita Enea a battersi con Achille, ed Enea sarebbe morto se non fosse intervenuto Poseidone a salvarlo, annebbiando la vista di Achille.
E che dire dei personaggi che incontriamo nell’Iliade?
La maga Circe, che trasforma i compagni di Ulisse in porci ma poi, una volta lasciatolo andare, lo avvisa del pericolo delle Sirene, le creature metà donne e metà pesce che con il loro canto irresistibile li avrebbe fatti avvicinare per poi divorarli.
I Ciclopi, giganti dal singolo occhio dediti alla pastorizia e cannibalismo sulle pendici dei monti della Sicilia Orientale. E tra loro come dimenticare il più famoso Polifemo, figlio di Poseidone, che l’astuto Ulisse prima ubriaca e poi acceca facendogli credere di chiamarsi Nessuno.
<<Perché, Polifemo, con tanto strazio hai gridato
nella notte ambrosia, e ci hai fatto svegliare?
forse qualche mortale ti ruba, tuo malgrado, le pecore?
o t’ammazza qualcuno con la forza o d’inganno?>>
E a loro dall’antro rispose Polifemo gagliardo:
<<Nessuno, amici, m’uccide d’inganno e non con la forza>>.Libro IX dell’Odissea
Conclusione
La mia vuole forse essere più una provocazione che una analisi del genere a cui assegnare l’autore e le sue opere.
Però è indiscutibile che i greci furono tra i primi a narrare storie fantastiche che noi abbiamo sempre chiamiato mitologia. Definirle “fantasy” non mi sembra così irrispettoso. Ad Omero riconosciamo il merito di essere stato il primo ad averle messe per iscritto.
Comunque ritenetevi avvisati: diffidate dei greci che portano doni!
Un’ulitma cosa: ci sono in verità racconti precedenti a quelli greci che possono benissimo essere catalogati come opere fantasy… ma di questo ne parlerò una prossima volta.
Vita Lunga e Prosperosa
Giampiero Sorce
Immagini dell’IA Dall-e 3 di Bing