Buongiorno a tutti. Mi chiamo Gioia Bertonati e ho 26 anni. Vivo nel Sud di Gran Canaria, a Maspalomas, uno dei luoghi piú turistici del nostro arcipelago.
La mia avventura con Arcipelago Canarie é cominciata all’incirca un anno e mezzo fa, e in maniera del tutto casuale. Infatti un amico di mia mamma, Orazio, sapendo della mia passione per il giornalismo e per la scrittura, decise di mettermi in contatto con Tommasina, la nostra Direttrice. E cosí, ho iniziato a far parte anche io di questa famiglia che si ingrandisce sempre di piú e che mi ha accolto come la “piccolina” di casa. Nello specifico, mi occupo della rubrica dei giovani. Cerco di parlare di eventi o novitá riguardanti l’Arcipelago, ma a volte mi piace anche raccontare di temi di tutt’altro genere.
Il giornalismo, cosí come la scrittura, é sempre stata la mia piú grande passione. Ricordo che fin da piccola avevo le idee piuttosto chiare riguardo il mio futuro: scrivere. Mi sarebbe piaciuto tantissimo dedicarmi alla cronaca nera e vedere il mio nome sulle principali testate nazionali. Ricordo di aver portato il giornalismo come argomento di tesina in terza media e di aver tapezzato le pareti della mia cameretta con le copertine dei giornali che mi piaceva leggere.
Cosí ho iniziato il Liceo Classico, e dopo di che l’universitá di Comunicazione e Contenuti Digitali alla Federico II di Napoli.
In quel periodo la mia famiglia si era giá trasferita in Gran Canaria e io vivevo da sola in Italia. Ma la vita si sa, é imprevedibile, e cosí, a seguito del Covid, decisi di trasferirmi anche io a 3440 chilometri di distanza dall’Italia.
Seguire l’Universitá in maniera telematica era davvero difficile per me. E soprattutto, non mi affascinava per niente. E cosí, con grande dispiacere e disappunto di mia mamma, ho deciso di lasciare gli studi per concentrarmi sulla ricerca di un lavoro.
Era il 2021 quando ho iniziato a lavorare al Café del Mar, uno dei ristoranti piú rinomati dell’isola. Ho mentito al mio capo quando ho detto che sapevo parlare Spagnolo e Inglese, ho mentito quando ho detto che sapevo lavorare come cameriera e ho mentito anche quando mi hanno chiesto se sapevo pulire un pesce. Avevo bisogno di lavorare e in quel periodo post pandemia non c’era nessun posto di lavoro disponibile.
Un po´ titubante iniziai come aiutante. Non capivo nulla quando mi parlavano in canario, mi limitavo ad annuire. Il mio capo mi faceva paura, cosí come i clienti ubriachi.
Dopo tre anni guardo con tenerezza quella ragazzina cosí inesperta ma cosí tanto pronta a mettersi in gioco. Adesso il mio nuovo nome ufficiale é “Yoya”, sono una cameriera e ho io il mio aiutante. I clienti ubriachi mi fanno ridere e il mio capo, beh… é diventato il mio fidanzato.
Scrivere per Arcipelago Canarie rappresenta quel sogno nel cassetto che si realizza.
Crescendo ho capito che vedere il mio nome nelle testate nazionali principali non era il mio desiderio. Adesso non mi importa che i miei articoli vengano letti da uno, cinquanta o cento persone. Quello che mi importa é come sto bene mentre scrivo. Scrivo tanto. Ho comprato un diario dove ogni mattina descrivo i sogni che faccio di notte. Scrivo lettere alle persone piú care. Ho scatole piene di pagine scritte in momenti in cui i pensieri erano tanti da non starci nella testa…
Non escludo niente nella vita. So per certo che il lavoro che sto facendo adesso mi piace, ma che ben presto mi annoieró e che proveró qualcosa di nuovo. Alla fine, il regalo piú grande che potessi farmi quando ho compiuto 26 anni, é stato scoprire che la vita non é una gara a raggiungere traguardi. Che é sbagliato andare sempre cosí di fretta e che non bisogna sempre e costantemente puntare in alto. Perché poi si perde quello che si ha quaggiú. Qui e adesso.
Io non so cosa mi riserverá la vita. Un giorno voglio una famiglia, quello dopo voglio viaggiare per il mondo. Ma ho smesso di sentirmi in colpa per non avere un obiettivo chiaro da raggiungere.
So poche cose su di me: che mi piace scrivere l’ho giá detto? E poi sono una chiacchierona petulante. Mi piace il gelato ma solo ed esclusivamente al cioccolato e apro le birre con i denti. A volte mi chiamano bipolare, perché nel giro di un giorno cambio tantissime volte l’umore. E che a volte mi sento fuori luogo in quest’epoca, perché guardo le foto di quaranta anni fa e provo nostalgia per un’epoca che non ho mai vissuto.
Chiamarmi Gioia comporta giochi di parole che ho sentito tante, innumerevoli volte. Ma la frase che sento piú spesso quando mi conoscono é:
“ma sei una GIOIA di nome e di fatto!”.
Non so se me lo dicano per fare un semplice gioco di parole o perché lo pensano davvero, ma in genere mi fa davvero piacere. Ma con questo spirito cercheró di intrattenervi nelle vostre letture!
Un abbraccio a tutti e grazie mille per leggermi!!