La rivoluzine assiale fornisce una nuova visione del mondo antico del quale, ancora, si sa molto poco. Tuttavia, studi recenti hanno svelato nuove caratteristiche sociali ed economiche di quell’epoca.

Rivoluzione assiale: ragioni storiche-culturali del cambiamento

Rivoluzione assiale: tra le due epoche che vedono la trasformazione religiosa dobbiamo considerare delle ragioni storiche culturali che possono giustificare questo fatto. La critica storica ha dato fondo a tutta la sua fantasia sfornando interpretazioni piuttosto diverse le une dalle altre.

Interessante è l’interpretazione di questa azione del differenziare i periodi storici come un passaggio assiale gestito dalla concezione degenerativa che della storia umana hanno elaborato sostanzialmente tutte le culture.

Questa teoria è molto ben sintetizzata, ad esempio, nella dottrina vedica del mantra. Il ciclo cosmico che coincide poi, diciamo pure alla lettera, con la dottrina delle ere metalliche elaborata nel mondo greco-romano. Si tratta di interpretare la storia umana come un ciclo degenerativo suddiviso in quattro periodi. La cultura greca e romana associa ciascuno di essi ad un metallo, partendo dal più prezioso, l’oro e degenerando nel tempo verso i meno preziosi: argento, bronzo e ferro.

La rivoluzione assiale che si è affermata nel VI secolo a.C. è interpretata come un passaggio significativo di carattere degenerativo interno alla quarta fase (ferro).

L’età del ferro, oppure, come la chiamano i testi vedici, il Kali Yuga, rappresenta l’ultima fase del ciclo, quella nella quale noi oggi ci troviamo a vivere.

L’effetto prodotto dall’affermarsi di questa rivoluzione assiale e dei conseguenti sistemi culturali imperniati sul carattere fideistico e dogmatico è quello di un’interiorizzazione della norma e quindi di un’interiorizzazione del sistema di controllo che invece nelle religioni antiche era esercitato in modo più diretto, diciamo pure fisicamente. Si tratti dell’effetto di un cambiamento di strategia di controllo da parte di quei gruppi di cui nella Bibbia si parla come di elohim o di dei, insomma, potrebbe come trattarsi di una nuova strategia di controllo che non prevede, per dirla in maniera molto chiara, la presenza fisica dei controllori sui controllati.

L’aspetto psicolinguistico nella rivoluzione assiale

Molto interessanti, proprio in ordine all’evoluzione del pensiero religioso e quindi della concezione del divino, sono i risultati ottenuti dagli studi effettuati sulla linguistica storica.

La psicolinguistica e la linguistica storica possono aprirci delle nuove vie di comprensione del fatto religioso arcaico.

Serviamoci dei risultati di uno studio molto interessante ed indicativo delle modifiche avvenute nell’umanità nel passaggio dalla oralità alla scrittura. L’antropologo Walter J. Ong nel suo libro “Oralità e Scrittura” (1982) ci espone quali conseguenze abbia provocato sull’oralità l’affermarsi della cultura scritta.

Precisiamo che quando si parla dell’affermarsi della cultura scritta ci riferiamo a un utilizzo diffuso e pervasivo della scrittura, quindi non si può pensare al momento della semplice invenzione della scrittura. Più precisamente, dobbiamo riferirci a quei periodi che nella storia della cultura greca sono il VII secolo a.C. e nella storia della cultura Latina sono il III secolo a.C.. Quindi si tratta di verificare quando, all’interno di ogni singola cultura, la scrittura si sia affermata. VII secolo e III secolo, siamo sempre all’interno di quell’età che abbiamo definito età assiale il cui cardine (età di mezzo) è il VI secolo a.C..

Gli studi di Ong hanno dimostrato che l’affermarsi della cultura scritta determina una ristrutturazione cognitiva e crea le condizioni per la nascita del pensiero razionale, astrattivo, analitico, capace di classificazione e di fornire percorsi di tipo esplicativo. Più semplicemente, l’introduzione della scrittura ridetermina le capacità cognitive delle società all’interno delle quali si impone, producendo uno scatto in avanti; una significativa evoluzione rispetto alle dinamiche psico-linguistiche tipiche delle civiltà ad oralità primaria che sono tutte le culture arcaiche, le quali invece appaiono caratterizzate da una logica incapace di svincolarsi dal contesto di produzione linguistica e quindi di produzione del pensiero.

L’introduzione della scrittura produce un’evoluzione importantissima del sistema cognitivo nelle varie culture del mondo.

Primo esempio.

Per avere una conferma di quanto trovato, Ong riferisce in maniera piuttosto dettagliata i risultati degli studi sperimentali condotti sul campo dal tecnologo russo Alexander Romanovitch Luria. Negli anni ’30 condusse una serie di esperimenti su alcune comunità ad oralità primaria che vivevano in regioni particolarmente isolate. Quindi si tratta di esperimenti condotti su gruppi umani. che non avevano mai avuto nessun contatto con la scrittura. Possiamo, perciò, considerare tali raggruppamenti come di civiltà ad oralità primaria.

Ong afferma che da questo esperimento emerge che una moderata conoscenza della scrittura è sufficiente a creare grandissime differenze nei processi mentali. Una cultura orale semplicemente non riesce a pensare in termini di figure geometriche, categorie astratte, logica formale, definizione o anche descrizioni inclusive o autoanalisi articolate che derivano tutte non semplicemente dal pensiero in sé. Il pensiero condizionato dalla scrittura, invece, riesce laddove il pensiero puramente orale fallisce.

Lui poneva questa domanda: “Parla di te, fornisci una descrizione di te”. Quello che gli intervistati potevano produrre, erano delle affermazioni di questo tipo: “Io sono figlio di tizio. Mio padre faceva questo mestiere, anch’io faccio questo mestiere”.

Quindi si tratta di descrizioni di sé, auto, definizioni che vertono tutte quante su aspetti puramente esterni, alla descrizione della personalità dell’individuo. Questi individui sono creature incapaci di come fare classificazioni analitiche, di esplicazioni di tipo categoriale tant’è che in molti casi non comprendevano il senso della domanda.

Secondo esempio

Ong, ancora, riferisce di uno studio realizzato dal filologo Eric A. Havelock per quanto riguarda l’uso del verso essere nei poemi omerici e nei testi di Esiodo. Quindi stiamo parlando di due autori che si collocano, evidentemente, prima dell’affermarsi della cultura scritta, quindi in piena epoca pre-assiale. Havelock ha verificato una cosa sorprendente: il verbo essere in Omero e in Esiodo viene impiegato sempre con funzione predicativa, mai con funzione copulativa.

Esempio copulativo: Alice è alta. L’affermazione non è affidata alla voce verbale essere, ma è affidata a una forma nominale (alta) che ne indica il significato. Quindi il verbo essere serve solo a collegare il soggetto dell’enunciato (Alice) con quello che si chiama in analisi logica nome del predicato (alta). Da questo si capisce che la funzione copulativa implica un livello di astrazione, piuttosto elevato e piuttosto raffinato.

Esempio predicativo: Tu stai in campagna. Il verbo essere viene utilizzato semplicemente e sempre con funzione predicativa, cioè per affermare uno Stato di realtà, per indicare una condizione in cui si trova il soggetto, ovvero per indicare una presenza nello spazio o nel tempo.

Mai nelle opere di Omero ed Esiodo si trovano le forme copulative, questa particolare funzione del verbo essere non ricorre mai nei testi greci antichi. Invece il verbo essere viene utilizzato sempre con funzione predicativa.

Questo fatto del verbo essere può sembrare un dettaglio, ma in realtà è un elemento preziosissimo. Ecco questa peculiarità logico-sintattica doveva caratterizzare tutte quante le lingue arcaiche, cioè il greco arcaico e, in generale, tutte le lingue antiche sono totalmente incapaci di   astrazione ed anche di concettualizzare una certa proprietà. Esse appaiono, invece, legate in modo esclusivo alla descrizione delle situazioni di alcuni stati di realtà.

Estensione della rivoluzione assiale a tutto il pianeta

La rivoluzione assiale è uno sconvolgimento che non riguarda soltanto le culture più vicine a noi, ma tutte le civiltà del mondo l’hanno subita. Si può fare qualche utilissimo interessante riferimento, ad esempio alla distante e affascinante cultura cinese. In particolare, si può citare quella che è stata definita dagli storici della filosofia cinese rivoluzione della scrittura. Guarda caso una rivoluzione che si è verificata in Cina subito dopo la rivoluzione etica imposta dal confucianesimo (V secolo a.C., quando Confucio fondò una delle grandi religioni etiche dell’umanità). Quindi, anche questo fenomeno, dall’altra parte del mondo, avvenuto nel periodo nel quale abbiamo la nostra rivoluzione assiale.

Anche questa è una coincidenza interessante!

In seguito a una rivoluzione sociale che ha fatto una classe subalterna per imporsi sulla aristocrazia tradizionale, usurpando a questa l’uso e la competenza della scrittura.

Questa rideterminazione logico cognitiva che è stata avviata da l’imporsi della cultura scritta nelle varie regioni del mondo. E a tutti gli effetti inquadrabile come uno degli aspetti più significativi di quella rivoluzione assiale che le differenti culture del mondo conobbero nel periodo assiale.

Domanda

Vista la sincronicità di tutti questi avvenimenti che hanno promosso la diffusione di tutti questi cambiamenti a livello planetario, c’è da chiedersi se tutta questa rivoluzione sia dovuta a qualcosa do organizzato. Da chi? I poteri forti anche a quei tempi?

Il tutto è avvenuto simultaneamente, come se qualcuno avesse ritenuto di concedere a tutta l’umanità di beneficiare di alcuni vantaggi che avrebbero fatto progredire lo status dell’homo sapiens.

Conclusioni sulla rivoluzione assiale

La differenza che esiste tra le religioni preassiali e le religioni moderne fornisce un’ulteriore ed efficace strumento di analisi. Se è vero che le culture arcaiche sono caratterizzate da quella incapacità di conoscenza di cui abbiamo parlato, come si può immaginare che quelle culture arcaiche, preassiali abbiano concepito l’idea di una divinità trascendente, assoluta, infinita, eterna, onnipotente, eccetera? Come si può pensare, se è vero quello che la psicolinguistica ha dimostrato scientificamente, dire che le culture arcaiche siano state capaci di generare un tema astratto (trascendenza) opposto a quella dell’immanenza?

Solo questo dovrebbe portarci ad evitare possibili avvicinamenti alla questione religiosa; eppure ne sono stati prodotti moltissimi.

In alcuni trattati, però, viene toccato il concetto di spiritualità. Diciamo che potremmo partire dall’homo habilis (due milioni di anni fa). Avrebbe osservato il cielo si sarebbe confrontato con la natura e questo avrebbe prodotto in lui una serie di trasformazioni interiori che gli avrebbero acceso il carattere spirituale.

Da questo sarebbe nato nell’essere umano il senso della trascendenza? Il muro al quale ci troviamo di fronte è la non dimostrabilità scientifica di questa teoria. Se si vuole, bisogna accettarla come fosse un assioma, cioè un’asserzione non dimostrabile, almeno secondo le nostre attuali conoscenze.

Non potremo mai arrivare ad accettare tale teoria basandoci sulla mera oralità primaria legata alla razionalità per l’incapacità di produrre un discorso religioso così complesso. Tuttavia, se consideriamo la possibilità che questo individuo non abbia elaborato – perché non capace di farlo – l’idea di una Entità superiore, ma abbia solo avvertito qualcosa di tanto grande da essere per lui incomprensibile, allora possiamo inserire la questione spirituale.

Accettare questa ipotesi è un atto fideistico perché dal punto di vista scientifico, effettivamente, c’è poco da dire a sostegno di questa affermazione.

Attenzione ad uno strano legame

Nel corso di quest’articolo abbiamo accennato più volte alla possibilità di essere gestiti da poteri forti (superiori). Questa possibilità, se vera, non stona affatto con tutto quanto è accaduto nel passato alle varie civiltà. Siamo stati sempre governati e, quando la situazione richiedeva una variazione nell’esistenza dell’umanità, questa accadeva puntualmente e contemporaneamente in tutti i popoli.

Nel mio precedente articolo “Stanno per hackerare la razza umana” abbiamo potuto osservare che ci troviamo nella fase di cambiamento. Tramontata quella dell’informatica primordiale, ora siamo all’inizio di un nuovo mondo, quello dell’intelligenza artificiale abbinata alle dinamiche di tipo economico-finanziario, socio-politico e giuridico.

Tutta l’umanità è coinvolta contemporaneamente!

Ci stanno rendendo ignoranti, basta guardare i livelli delle scuole di tutto il mondo, i livelli degli spettacoli TV, i rapporti sociali ed economici imbastarditi.