Una escursione nel sud di Gran Canaria
Fataga è un piccolo borgo di case bianche che appartiene al comune di San Bartolomé de Tirajana, che sorge su quella che 2000 anni fa era un villaggio Guanche. Fataga è una oasi lontano dalle rotte turistiche, dove ritemprare corpo e spirito.
Era questa la meta da indovinare nell’ultima puntata del nostro quizziamo “Scopri l’Isola” del numero 14 del nostro settimanale online, e indovinato da Manuela Tagliapietra a cui vanno i complimenti di tutta la Redazione.
Il diario di viaggio

Per arrivare a Fataga si deve attraversare la verde Valle di Fataga, autentico giardino di palme, che porta al borgo, tranquillo e delizioso, caratterizzato da casette bianche ben conservate.
Quello che colpisce immediatamente di queste case sono lo stile tipicamente canario e che su ogni porta faccia sfoggio la targa con il nome del proprietario. Stradine lunghe e strette le separano, abbellite da piante e fiori insieme a piccoli orti familiari.

Pareti luminose, tetti gradevoli, strade acciotolate, piccoli orti familiari, fiori alle finestre, sui marciapiedi e sui muri: questa è Fataga.

Un angolo ideale dove passeggiare a soli 15 chilometri dai grandi centri turistici del sud di Gran Canaria. Questo paesino, veramente ben conservato, rispecchia l’architettura rurale di Gran Canaria, mantenendo con cura la tradizione e l’identità locale.

Il villaggio sorge in una gola, il barranco de Fataga, circondato da ripidi dirupi di una bellezza selvaggia. È posto a un’altitudine media di 730 metri sopra il livello del mare. L’unico nucleo abitato della zona è il centro di Fataga e dintorni.

La Necropoli di Arteara
Una volta nella valle si può scegliere se fare una escursione a dorso di Dromedario, che qui chiamano Cammello.
Per chi invece volesse immergersi nella storia, a pochi chilometri da Fatatga, sorge Arteara, un piccolo gruppo di case su una strada senza uscita. Alla fine della strada si trova la Necropoli di Arteara.
È questo il cimitero aborigeno più rappresentativo e più grande di Gran Canaria con quasi 900 tombe, collettive e individuali.
Sorge sui resti di una gigantesca valanga di lava solidificata, verificatasi più di 300.000 anni fa, composta da rocce facilmente frazionabili in lastre. Questa peculiarità l’ha resa particolamente adatta per la costruzione dei tumuli.

Di particolare interesse è la tomba del Re, che viene attraversata dalla luce del Sole solo durante gli equinozi. Questo suggerisce che le conoscenze astronomiche dei Guanches fossero tutt’altro che primitive.
Foto di Pasquale Colosimo.