Un esopianeta simile alla Terra scoperto da un team scientifico internazionale, tra cui ricercatori dell’Istituto di Astrofísica delle Canarias (IAC). La scoperta è stata comunicata dall’I.A.C. il 15 maggio 2024.

Un esopianeta: un nuovo mondo di dimensioni simili alla Terra in orbita attorno a una nana rossa ultrafredda situata a circa 55 a.l. di distanza.

La scoperta è stata resa possibile grazie alle osservazioni della rete di telescopi SPECULOOS. A questa rete di cui fa parte il telescopio ARTEMIS dell’Osservatorio del Teide di Tenerife. Anche il Gran Telescopio Canarias (GTC), presso l’Osservatorio Roque de los Muchachos di La Palma, ha svolto un ruolo chiave nel confermare la scoperta, effettuando le misurazioni più precise fino ad oggi di un esopianeta da terra. Il risultato è stato pubblicato sulla rivista Nature Astronomy.

Le stelle nane M (o stelle nane rosse)

Più del 70% delle stelle della Via Lattea sono nane M, note anche come nane rosse. Rispetto al Sole, queste stelle, oltre ad essere più fredde e fioche, hanno una vita molto lunga. Mentre le stelle come la nostra bruciano per circa 10 miliardi di anni prima di diventare giganti rosse, le nane M continuano a brillare per 100 miliardi di anni o più il che potrebbe significare una finestra ancora più lunga per lo sviluppo della vita.

Tra le nane rosse, le cosiddette nane ultrafredde formano un gruppo di stelle ancora più deboli e di piccola massa più longeve. Infatti, a causa della lentezza con cui consumano il loro combustibile, si ritiene che queste saranno le ultime stelle a bruciare quando l’Universo diventerà freddo e buio. Secondo i modelli, queste nane ultrafredde dovrebbero ospitare grandi popolazioni di pianeti rocciosi vicini e potenzialmente abitabili. Un esempio ben noto è il sistema TRAPPIST-1 composto da 7 pianeti.

Le stelle nane ultrafredde abbondano nel nostro angolo di galassia, ma sono così deboli che la loro popolazione planetaria rimane in gran parte inesplorata. Per rilevare i pianeti in transito, è necessario osservare ogni stella individualmente per settimane. Grazie a una rete di telescopi chiamata SPECULOOS (Searchfor-Planets-EClipsing-ULtra-cOOl-Stars), un team internazionale ha scoperto un pianeta. Tale corpo celeste ha le dimensioni della Terra ed è in orbita attorno a una di queste stelle.

Abbiamo progettato SPECULOOS specificamente per esplorare le stelle nane ultrafredde vicine alla ricerca di pianeti rocciosi”, spiega Michael Gillon, astrofisico dell’Università di Liegi in Belgio, primo autore dell’articolo e ricercatore principale del progetto SPECULOOS, che coinvolge telescopi situati in tutto il mondo, tra cui il telescopio ARTEMIS all’Osservatorio del Teide.

Una superficie troppo calda

Il nome dell’esopianeta scoperto è SPECULOOS-3 b, si trova a circa 55 anni luce dalla Terra e ha circa le sue stesse dimensioni. Per quel pianeta un anno, cioè la sua orbita attorno alla stella, dura circa 17 ore. Inoltre, si pensa che il pianeta sia bloccato dalle maree nella sua rotazione attorno al suo asse. Ciò provoca che lo stesso lato, noto come lato diurno, sia sempre rivolto verso la stella. Fenomeno che conosciamo: la Luna rivolge verso la Terra sempre la stessa faccia, mentre il lato notturno rimane scuro.

La stella SPECULOOS-3 è leggermente più grande di Giove (pianeta gassoso), anche se molto più massiccia (pianeta roccioso). È anche migliaia di gradi più freddo del nostro Sole, con una temperatura media di circa 2.627 °C (4.760 °F). Tuttavia, la sua radiazione riscalda il pianeta, che riceve quasi 16 volte più energia al secondo della Terra dal Sole. “Sebbene questa nana rossa sia più di mille volte più debole del Sole, il suo pianeta orbita molto più vicino della Terra, il che aumenta la sua temperatura superficiale“, spiega Gillon. Queste circostanze rendono probabile che questo esopianeta non abbia atmosfera.

Gli strumenti usati nella ricerca

Il Gran Telescopio Canarias (GTC o Grantecan) ha svolto un ruolo importante nel confermare questa scoperta, fornendo alcune delle misurazioni più precise prese dal suolo di un esopianeta fino ad oggi. SPECULOOS-3 b è anche un ottimo candidato per le osservazioni di follow-up del

telescopio spaziale James Webb perché offre una grande opportunità per verificare l’esistenza dell’atmosfera e conoscere la mineralogia della superficie del pianeta.

Stiamo facendo grandi progressi nello studio dei pianeti in orbita attorno ad altre stelle“, spiega Roi Alonso, ricercatore dell’IAC e co-autore dell’articolo. “Abbiamo già raggiunto la fase in cui possiamo rilevare e studiare in dettaglio gli esopianeti delle dimensioni della Terra; ora, il prossimo passo sarà determinare se qualcuna di esse è abitabile o anche se è abitata“, conclude.

Per conto dell’IAC, hanno partecipato allo studio anche Felipe MurgasEnric Pallé e Rafael Rebolo.

Esopianeti e Astrobiologia

Le recenti scoperte di pianeti attorno ad altre stelle (i cosiddetti esopianeti) hanno potenziato la ricerca della vita nell’Universo. Attualmente questo sta diventando uno dei campi più attivi all’interno dell’astrofisica moderna. Negli ultimi anni, il numero crescente di scoperte di nuovi esopianeti e gli ultimi progressi ha portato allo sviluppo di una nuova disciplina: l’astrobiologia.

Ciò che occorreva per farne una disciplina scientifica era la possibilità di esaminare le prove sotto la forma di esperimenti, fare analisi chimiche e misurazioni fisiche. Ecco, oggi abbiamo una tecnologia evoluta negli ultimissimi decenni. L’opportunità di averla a disposizione rende possibile realizzare nuove ricerche e tra queste quelle indirizzate alla ricerca della vita.

Alcuni Paesi come gli Stati Uniti, la Russia e la Spagna hanno creato dei veri e propri Istituti di Astrobiologia, dove stanno nascendo i primi esperti di questa disciplina. In Italia, naturalmente, questo non sta accadendo: l’Astrobiologia non è un campo di studi molto in voga, ma sta lentamente prendendo sempre più piede, tutto questo grazie anche alla SIA (Società Italiana di Astrobiologia) la quale si prefigge di divulgare e supportare tutti i temi trattati dalla scienza della Vita nello Spazio.