Cosa sarebbe accaduto se il grande investigatore si fosse trovato coinvolto nella Guerra dei Mondi di H.G. Wells? avrebbe detto: Elementare Watson, sono Marziani! deducendolo magari dal terriccio tipico delle Valli Marineris del pianeta rosso?
Vi ho già parlato della Guerra dei Mondi di H.G. Wells e della versione radiofonica di Orson Welles nel mio articolo del numero 3 di Arcipelago Canarie. Quello di cui non vi ho ancora reso partecipi è la mia altra passione per il genere “giallo” e in particolare per il grande Sherlock Holmes di Sir Artur Conan Doyle.
Perciò immaginate il mio stupore quando nella mia infaticabile ricerca dei numeri arretrati di Urania nei vari mercatini dell’usato, qualche anno fa mi imbattei in questo romanzo di Wellman, padre e figlio, intitolato appunto “La guerra dei mondi di Sherlock Holmes”.
Ancor più leggendo il lancio in quarta pagina:

Inutile aggiungere che tra l’averlo nelle mie mani e il leggerlo tutto d’un fiato è intercorso il solo tempo di arrivare dal mercatino a casa.
Holmes, Watson e il professor Challenger
Come sempre non vi racconterò la trama del romanzo, che spero cercherete e leggerete per conto vostro, ma mi soffermerò su un aspetto decisamente intrigante:
il crossover, come si dice oggi, o più italianamente, l’incontro tra personaggi ideati dallo stesso autore o da autori diversi, tra loro o con personaggi storici realmente vissuti.
In “La guerra dei mondi di Sherlock Holmes” gli autori, Wellman e Wellman, padre e figlio, non solo danno un ruolo da protagonisti a Holmes e Watson, ma coinvolgono un altro dei personaggi di Sir Artur Conan Doyle: il professor George Edward Challenger, protagonista de il “Mondo Perduto” e altri racconti. Questi è uno scienziato molto sicuro di sè, dall’ego smisurato, ma che riesce malgrado tutto a rendersi simpatico all’occhio del lettore perchè decisamente “umano”. Un aggettivo che difficilmente riusciamo ad abbinare con Holmes. È così che la collaborazione tra Challenger e Sherlock Holmes rende il racconto ricco di colpi di scena e scorrevolissimo, fino alla conclusione scontata del romanzo, a cui però segue un epilogo decisamente inaspettato che non vi dirò, ovviamente.
I crossover funzionano
Di questi esempi di crossover ce ne sono parecchi, sia in letteratura che nei film. Ma perchè funzionano?
Il fascino di intrecciare molteplici personaggi e narrazioni è un fascino antico, che risale addirittura ai tempi delle narrazioni orali degli Aedi greci.
Il cantore si serviva di una materia conosciuta da un pubblico di ascoltatori al fine di intrattenerli e creare colpi di scena. Così l’umile pastore incontrava una donna bellissima che si rivela essere Venere in persona, oppure il resoconto di una guerra viene reso avvincente perchè scende in battaglia lo stesso Dio della Guerra Ares.
Allo stesso modo i moderni scrittori e sceneggiatori fanno incontrare il mitico Thor con Zeus (nel film della Marvel Thor 4), Indiana Jones con Hitler (Indiana Jones e l’ultima crociata) o, per tornare ai romanzi di fantascienza, ne “I biplani di D’Annunzio” (Urania 1296, del 1966) Luca Masali fa incontrare il protagonista con D’Annunzio, ovviamente, ma anche Hermann Göring. E così via.
In conclusione, il crossover funziona perchè siamo noi che vogliamo essere coinvolti e stupefatti. Continuamente. Forse perchè questo mondo non ci piace, ma piuttosto ci spaventa e ci domandiamo sempre: “come sarebbe stato se…”
State connessi e non dimenticate il concorso “Stelle e dintorni“!
Lunga Vita e Prosperità
Fonte immagini: collezione di Giampiero Sorce