Simulazione: fantascienza o realtà? Studi recenti da diverse fonti autorevoli indicano come reale il fatto che l’umanità stia vivendo in una simulazione.
Simulazione: la fantasia umana ha portato nel 1999 alla realizzazione di un film, Matrix (The Matrix), considerato di fantascienza, in stile cyberpunk. L’ispirazione degli autori (le sorelle Lana e Lilly Wachowski, accreditate nel film come Larry e Andy Wachowski) scaturisce da un gran numero di opere. Sopra ho scritto “considerato di fantascienza”, già … considerato …!
Ho voluto usare questo termine perché pur essendo, per quei tempi un film appartenente al mondo della science fiction, oggi, con tutto ciò che sta avvenendo a livello di intelligenza artificiale, potrebbe non essere più tanto fantascientifico. Soprattutto l’ultima recente notizia fa pensare che uno scenario come quello ipotizzato nel film sia più vicino alla realtà di quanto si possa credere.
Fermi per 6 mesi
Lo stesso Elon Musk dichiara che l’intelligenza artificiale pone profondi rischi per la società e per l’intera umanità. Servirebbe una pausa di almeno sei mesi per l’addestramento dei sistemi più avanzati. Se ciò non venisse realizzato, sarà necessario l’intervento dei governi e questo per evitare uno scenario Terminator. In altre parole sussiste la necessità di avere il tempo necessario per lo sviluppo degli indispensabili e fondamentali protocolli di sicurezza.
L’appello, pubblicato dalla organizzazione no-profit Future of life institute, oltre alla firma di Musk, vanta altre firme eccellenti: quelle dei fondatori di Apple, Pinterest, Skype e delle start up di Ai Stability e Charatcters. In tale lettera, tra l’altro, risalta la denuncia che evidenzia come una corsa fuori controllo della ricerca sull’intelligenza artificiale è giunta a livelli inaccettabili. Oltre le previsioni e i controlli che gli stessi creatori avevano ipotizzato. Andare avanti senza un controllo serio e responsabile potrebbe avere ricadute socio-politiche, economiche, umanitarie.
Questo avanzato livello di conoscenze è stato – ed è ancora – oggetto di studio.
Alcuni ricercatori (non pochi) affermano che esistono altre intelligenze superiori alla nostra che hanno creato un universo illusorio (una sorta di simulazione) nel quale viviamo.
Noi a livello inferiore stiamo agendo con lo stesso principio mediante le intelligenze artificiali proponendo a queste un mondo virtuale (una sorta di simulazione).
Ma questo ancora non basta, esiste anche una Matrix psicologica e sociale correlata alla manipolazione mentale alla quale siamo quotidianamente sottoposti. Non solo, dovremo considerare anche un’altra ipotetica Matrix quantistica legata ad una possibile simulazione universale nella quale noi siamo attori protagonisti di un sofisticato videogioco.
Alcuni fisici e filosofi affermano che è fortemente possibile (50%) che noi viviamo in una simulazione.
Le idee degli scienziati a favore
Il filosofo Nick Bostrom (Oxford-University) ha ipotizzato che la realtà nella quale viviamo possa essere una simulazione creata da altri esseri superintelligenti esterni ad essa.
Consideriamo la possibilità (reale) di simulare virtualmente interi pianeti popolati o addirittura interi universi per mezzo di un computer. Ipotizziamo che esseri intelligenti e dotati di coscienza popolino questi mondi virtuali. Anche loro, allora, sarebbero in grado di generare delle realtà virtuali (pianeti, universi).
Il numero di simulazioni, create da una qualsiasi civiltà avanzata, rende probabile il fatto che anche noi umani stiamo vivendo all’interno di una realtà simulata.
Bostrom afferma che almeno una delle seguenti affermazioni è probabilmente vera:
- Nessuna civiltà raggiungerà mai un livello di maturità tecnologica in grado di creare realtà simulate.
- Nessuna civiltà che abbia raggiunto uno status tecnologico sufficientemente avanzato produrrà una realtà simulata pur potendolo fare, per una qualsiasi ragione, come per considerazioni di ordine etico (ritenendo, ad esempio, immorale l’utilizzo di soggetti tenuti “prigionieri” all’interno di realtà simulate).
- Tutti i soggetti con il nostro genere di esperienze stanno vivendo all’interno di una simulazione in atto.
Quindi, se viviamo in una simulazione, il cosmo che stiamo osservando è solo un minuscolo pezzo della totalità dell’esistenza fisica. Sebbene il mondo che vediamo sia per noi reale, esso fondamentalmente non lo è. Vedremmo semplicemente ciò che noi reputiamo realtà.
Siamo sicuri di non essere inseriti in un mondo creato da esseri tecnologicamente molto più esperti di noi? Questa domanda è stata molto considerata dallo scienziato informatico Richard Terry, uno scienziato informatico del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena in California. Già aveva affermato che per quanto dettagliate siano le migliori simulazioni di oggi, queste non coinvolgono menti artificiali. Tuttavia si pensa che la capacità di modellare, esseri senzienti, potrebbe presto essere alla nostra portata.
Come abbiamo visto, ci siamo quasi arrivati, mi riferisco alla lettera di stop momentaneo allo studio dell’intelligenza artificiale.
Ancora Richard Terry ha detto che siamo nella generazione giusta per poter essere noi gli dei di forme di vita meno evolute di noi.
Cosa sarebbe in grado di fare un’intelligenza evoluta che, rispetto a noi, sia partita qualche milione di anni prima?
Le idee degli scienziati contrari
Non tutti, però, sono convinti di questa teoria che sicuramente assume un aspetto fortemente speculativo.
Una di esse è la fisica Lisa Randall (università di Harvard) che considera tali teorie molto speculative. In una conferenza (2016) all’American Museum of Natural History (New York) Lisa Randoll ha affermato che le probabilità relative ad un’ipotesi di simulazione sono zero.
Il primo motivo è che non ci sono prove che il nostro mondo abbia avuto origini diverse da quelle che la scienza ufficiale riconosce. Inoltre, non si comprende perché degli esseri così avanzati debbano prendersi la briga di simulare l’homo sapiens creando una simulazione genetica in un ambiente controllato.
Pensando ad un modello che rispecchi la nostra esistenza, troviamo analogie con l’idea che esista un simulatore-creatore che ci gestisce e si preoccupa per noi. Alcuni pensatori, come il fisico Richard Terry, accolgono favorevolmente l’analogia con la religione. Se difatti il Dio creatore della genesi non fosse altro che un essere extra dimensionale che ha creato una simulazione?
Con queste ipotesi andiamo a riprendere la ormai nota tesi degli antichi alieni. Costoro nelle loro comunicazioni e insegnamenti hanno trasmesso in modo estremamente semplificato – dato il ridotto livello culturale dell’essere umano – quanto possibile tramandare.
Sono teorie certo speculative, che non possono ancora essere provate, ma d’altra parte, neanche essere negate a priori.
Altri studiosi, come il fisico Sylvester Keines, dell’Università del Maryland, indica che porre in relazione l’ipotesi della simulazione con la religione significherebbe allontanarci dalla verità.
Infatti, per lui, se qualcosa di scientifico suona simile ad una religione significa che non è più scienza. La scienza ci ha portato difatti lontano dall’idea che siamo burattini controllati da un’entità invisibile. Nel Medioevo, quando ancora la Scienza era poco sviluppata, c’era la necessità di elevarsi spiritualmente, mediante il trucco della Fede, per ammettere l’esistenza di Dio.
La scienza da allora si è molto sviluppata arrivando oggi al discorso della simulazione dove Dio viene rappresentato da un supercomputer con un’avanzatissima intelligenza artificiale.
Ricordiamo dove siamo arrivati oggi, tanto da dover chiedere di fermarsi un attimo per installare le sicurezze per non cadere in uno stato Matrix-Terminator.
Il filosofo Nick Bostrom (università di Oxford) afferma che come oggi puoi simulare qualsiasi cosa (a livello informatico), puoi anche simulare il cervello. Non siamo lontani, come abbiamo visto, da un risultato così sconvolgente.
Come scoprire se siamo in una simulazione?
Un modo per scoprire o assicurarsi che stiamo vivendo in una simulazione è quello di poter assistere all’effetto di un bug informatico. Ciò significherebbe che la programmazione informatica che gestirebbe la nostra realtà ha un’anomalia che porta ad un malfunzionamento del software. Un bug, in sostanza, è un difetto software di tipo funzionale. Per esempio, mentre cammino guardando il cielo, vedo nel vuoto una finestra che si apre, questo per pochissimi istanti e poi tutto torna regolare. Ciò significa che in realtà esiste un software che ci gestisce che per un attimo ha fallito. Allora esiste anche un Programmatore a noi superiore che si sta interessando a noi.
Altra possibilità è quella di mostrare che il nostro mondo (universo) sia costituito nella sua struttura base da piccole entità aventi dimensioni seppure piccolissime. Queste possono costituire lo strato sottile e fondamentale della nostra realtà. Se ciò fosse avremmo la prova che il nostro Universo è stato creato artificialmente.
Non dobbiamo dimenticare, comunque, che con l’intelligenza artificiale arrivata al punto odierno siamo in grado di generare dei piccoli mondi. Piccoli universi in ogni campo della realtà (biologia, medicina, ingegneria, chimica, fisica, ecc.) che sperimentiamo nel nostro mondo naturale.
Per concludere questa dissertazione che, naturalmente non lascia una risposta definitiva, ma che vuole accendere nell’animo del lettore il lume della curiosità e della riflessione, sicuramente l’accettazione di una simulazione porta ad una lunga serie di quesiti:
- se siamo in una simulazione che senso ha la morte;
- perché non siamo eterni? Qui si presenta il problema della memoria di archiviazione in una simulazione. La morte degli individui e quella delle stelle, la scomparsa di pianeti e così via accade per non sovraccaricare la memoria di sistema: in poche parole la morte manderebbe gli esseri umani a ripristino.
Altre domande e curiosità ancora potrebbero essere evidenziate, ma, per ora, lasciamo il nostro lettore con le sue riflessioni personali. Magari se gli dovesse saltare in mente qualche idea particolare ci farebbe piacere conoscerla.