Droghe psichedeliche

Il dibattito sulle droghe psichedeliche.

pasticche di MDMA, una delle principali droghe psichedeliche https://images.app.goo.gl/oFcjVFLyeB1o11PH8

In America, le droghe psichedeliche come LSD, funghi e MDMA, appartengono alla Categoria 1 delle sostanze stupefacenti, la stessa dell’ eroina e delle droghe dichiarate potenzialmente pericolose e illegali. Ma l’85% dei professionisti che lavorano nell’ambito della salute mentale afferma che l’uso di sostanze psichedeliche meriti un approfondimento scientifico. Questo dibattito dura da generazioni, tra governi e opinione pubblica, tra dati scientifici (pochi) e tanta ignoranza circa il tema, tra condanna e legalizzazione.

Purtroppo nell’immaginario comune, si associa l’idea dell’ ecstasty o degli acidi a quella degli hippy della fine degli anni 60 o più comunemente a quella di droghe dannose che provocano allucinazioni e dipendenza. Ma se da una parte tutto ciò è assolutamente incontestabile, vi è una gran parte di persone, specialisti e non, che afferma che l’uso controllato e misurato di alcune sostanze psichedeliche può avere degli effetti positivi sulla salute e sulla mente. Ma proviamo a fare chiarezza.

La nascita dell’LSD

La prima delle tre droghe citate, LSD, significa dietilamide dell’acido lisergico. Albert Hoffman la scoprì mentre studiava dei rimedi ai problemi respiratori. Si rese conto a sue spese degli effetti allucinogeni dell’acido e così diede inizio oltre che ai primi trip della storia, all’indagine scientifica sulle droghe psichedeliche. Gli studi dimostrarono che le molecole di LSD coprivano i ricettori della serotonina, la sostanza responsabile di come percepiamo il mondo fuori attraverso i sensi.

A partire dal 1950 fu usata per curare terapeuticamente gli alcolizzati, e nel 50% dei casi permise di evitare ricadute.

La volta dei funghi allucinogeni.

Funghi allucinogeni https://images.app.goo.gl/dQGbY1MBuRDogezK9

Nel 1960 fu la volta dei funghi allucinogeni. Timothy Leary scoprì che questi ultimi contenevano psilocibina, una sostanza secondo lo stesso scienziato capace di aumentare il potenziale spirituale e creativo dell’uomo.

Così nacque il C.P.E, Concord Prison Experiment, con lo scopo di far assumere a dei carcerati questa sostanza per cercare di curarne la indole criminale. Nei sei mesi successivi trascorsi una volta fuori dal carcere, si scoprì che la media delle persone che ritornava in galera per aver compiuto nuovi delitti si abbassò di due terzi.

Gli acidi e le droghe a scopo ricreativo.

Ragazzi vendendo acidi.https://images.app.goo.gl/rkjBGbtPsmF32AnU6

Ma fu solo con la fine degli anni 60 che funghi e LSD si diffusero a macchia d’olio tra i giovani, complici varie band famose dell’epoca che ne pubblicizzavano l’assunzione, come nel caso dei “Grate Dead“, che a bordo di un pullman percorsero gli Stati Uniti per incitare la gente a provare quello che ormai era conosciuto come acido. Con eventi iconici come la Summer Love del 1967 e il concerto di Woodstock del 1969 l’utilizzo di queste droghe divenne incontrollato e così nel 1970, il presidente Nixon dichiarò la psilocibina e l’LSD sostanze appartenenti alla Categoria 1, di conseguenza illegali e instudiabili. Nell’anno seguente le Nazioni Unite estesero la restrizione a tutto il mondo.

La scoperta dell’ecstasy.

Gli scienziati andarono in cerca di alternative legali per continuare gli studi e così circa 10 anni dopo scoprirono l’MDMA, più nota come ecstasy. Subito venne usata a scopo ricreativo dai figli di coloro che a sua volta avevano sperimentato gli acidi, invadendo le sale da ballo e i luoghi frequentati da giovani. E proprio come era stato per l’LSD e i funghi, anche quest’ultimo venne dichiarato illegale nel 1985.

Da “droghe da festa” a “droghe intelligenti”

Ma fu negli anni novanta che avvenne la vera rivoluzione grazie all’evoluzione tecnologica che ebbe origine nella Silicon Valley, dove i pensieri creativi al di fuori degli schemi definivano il successo. Nel 2005, fu lo stesso Steve Jobs ad affermare che consumare l’LSD in gioventù fu una delle cose più importanti della sua vita. Si riaccese in poco tempo uno dei dibattiti più sentiti nella storia, quello sulle droghe psichedeliche. Ci si chiedeva se si potesse passare da una “droga da festa” a una “droga intelligente“, soprattutto alla luce dei nuovi studi scientifici.

Il cervello elabora i dati che riceve secondo degli schemi prestabiliti. Con l’assunzione delle droghe psichedeliche, le informazioni vengono elaborate in altre aree del cervello,

consentendo la comunicazioni tra parti che normalmente non si connettono lavorando più liberamente

e permettendoci letteralmente di aprire la mente. Lo svantaggio concreto di queste droghe è il grande dosaggio.

Il microdosaggio.

Nel 2011, James Fadiman introdusse il concetto di microdosaggio, riducendo a un decimo la quantità dell’assunzione al fine di ricavarne solo gli effetti positivi. Molti professionisti che ricorsero a questo metodo affermavano di notare miglioramenti concreti nell’ambito della creatività e della socialità.

Tra politica e opinione pubblica

La politica classifica come illegali le droghe psichedeliche, impedendone di fatto lo studio scientifico.

Dal 2010 tantissimi tra medici, opinione pubblica e difensori della giustizia sociale si sono opposti alle politiche in vigore, dichiarando di volerne sapere di più sui benefici.

Secondo un recente studio che combina la terapia psicologica con la prescrizione di MDMA, il 67% dei veterani è guarita da istinti suicidi.

Verso la legalizzazione.

I risultati sorprendenti incitano allo studio e al progresso e per questo alcuni Stati Americani hanno cambiato le loro leggi. Nel 2019 Denver depenalizza i funghi per uso personale, seguita da Oakland. Nel 2020 l’Oregon legalizza la psilocibina per uso terapeutico.

Ma la strada per la completa legalizzazione a scopo terapeutico è ancora lunga, così come quella per il progresso scientifico. Chissà che non scopriranno nuove sostanze, nuovi trip e nuovi vantaggi per la salute.

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fonte immagine: https://www.kmetro0.it/2019/11/04/droghe-quali-sono-le-piu-consumate-in-europa/