disturbi adattamento

Il disturbo dell’adattamento (Adjustment Disorders, AD) si presenta quando una persona che è stata recentemente esposta a una o più fonti di stress non riesce ad “adattarsi” all’esperienza, ma sviluppa una risposta emotiva e comportamentale anomala.

Il disturbo dell’adattamento, chi più chi meno, lo abbiamo provato tutti. Nel corso della vita può capitare di dovere accettare dei cambiamenti a cui è molto difficile adattarsi. In alcuni casi questo può portare all’insorgere di un disturbo molto simile alla depressione, che viene chiamato appunto disturbo dell’adattamento.

La difficoltà di adattamento può manifestarsi attraverso sintomi ansiosi, depressivi, con alterazioni della condotta. Il paziente può ridurre le sue prestazioni scolastiche o lavorative, cambiare le relazioni sociali. I fattori stressanti possono essere i più svariati, dall’interruzione di una relazione sentimentale, una crisi economica, cambio di abitazione, allontanamento di una persona, cambiare scuola, iniziare l’università, andare a vivere da soli, matrimonio, …

Il caso di Jocelyn e la prima visita

In una prima visita si è presentata una signora, Jocelyn, un’americana (Stati Uniti) che, quando aveva 15 anni, venne a vivere in Italia, al seguito dei genitori che si erano trasferiti per motivi di lavoro. All’inizio ebbe qualche difficoltà ad inserirsi, ma dopo qualche mese, un po’ la scuola, un po’ qualche amico, riuscì ad integrarsi. Lei racconta che soprattutto Antonello la aiutò molto ad integrarsi, portandola nel suo giro di amicizie ed aiutandola molto a scuola.

Antonello è stato una persona così importante che, sin da quando erano ragazzi (lei, 16 anni e lui, 17 anni) hanno condiviso ogni momento della loro vita. Il risultato è che quando lui si laureò, lei stava ancora studiando (23 anni), si sposarono.

Attualmente Jocelyn ha 44 anni, una bella donna, ha due figli, Stefano (19 anni) e Valentina (17 anni). Sembrava un matrimonio felice senonché un giorno di festa, stando a casa, mentre il marito stava facendo la doccia, squillò il telefono. Un nome che non le diceva niente, rispose, ma prima di dire il suo “pronto” sentì una musica provenire dal microfono e subito dopo una voce femminile “ti ricordi? Quando mi concedi il bis?”

Jocelyn chiese chi era e sentì chiudere immediatamente la comunicazione. Antonello aveva un’amante da un anno. Jocelyn si è sentita cadere il mondo addosso e dopo pochi giorni ha deciso di chiedere in aiuto psicologico ed è venuta da me.

Non riusciva a metabolizzare l’avvenimento. Inoltre, la comunicazione con il marito era pressoché nulla in quanto lui rifiutava ogni colloquio e, anzi, aveva deciso di andar via da casa.

Jocelyn in psicoterapia trova nuove strade

Stefano, dopo qualche giorno, lascia l’abitazione, i figli non si intromettono, ma sono chiusi nella loro camera con il dolore di vedere svanire l’immagine della famiglia felice che credevano di avere.

La paziente è disperata per essere stata abbandonata. Cade in depressione. Ha paura di ritrovarsi in una casa vuota, senza affetti: i suoi figli sono grandi e hanno la loro vita e sempre meno avranno bisogno di lei.

Jocelyn non riesce a capire i motivi del tradimento e questo la porta ad avere anche scarsa stima di sé. Si sente poco attraente, anche se in realtà è una gran bella donna. Il suo imbarazzo è anche dovuto alla sua inesperienza in quanto l’unico uomo che abbia mai amato, Stefano, l’ha lasciata per una più giovane.

Il lavoro della psicoterapia è consistito in alcuni punti:

  • riuscire a convincere Jocelyn che ora può considerarsi una single e che ora ha una vita davanti, tutta da conquistare;
  • spingerla ad uscire ed a frequentare amici e fare nuove conoscenze.

Dopo quattro mesi di psicoterapia si iscrive ad un corso di ballo, realizzando un suo sogno accantonato perché a Stefano non piaceva ballare.

La lezione di ballo diventa un momento della settimana molto atteso, che le permette anche di stringere nuove amicizie.

La paziente inizia a divertirsi, ma prova dei sensi di colpa nei confronti dei figli che, seppure grandi, erano ancora molto giovani. Qui subentra l’altro punto sul quale ho lavorato:

  • era necessario aiutare Jocelyn a vivere con maggiore spensieratezza il tempo che dedica a se stessa.

La guarigione – Ritrovare la stima di se stessa 

Jocelyn, un po’ alla volta, ritrova la fiducia in sé e smette di colpevolizzarsi per la fine del suo matrimonio. Inizia a frequentare un uomo, conosciuto al corso di ballo, con il quale si trova molto bene. Lo presenta ai figli che lo trovano una persona piacevole da frequentare e così inizia la nuova vita di Jocelyn.

Era ancora necessario che la paziente arrivasse alla determinazione di un ulteriore punto per considerarla proprio guarita:

  • ridimensionare il suo ex-marito, vederlo come un uomo di mezza età che all’improvviso ha deciso di comportarsi da adolescente.

I contatti con lui sono rari, molto civili, non si parla più del passato. Il divorzio è stato realizzato in pieno accordo e salvaguardando tutti gli aspetti morali ed economici.

Terminata la terapia, rivedo Jocelyn dopo quattro mesi per un controllo. Appare serena e soddisfatta. Mi racconta di avere trascorso delle belle vacanze con il suo nuovo fidanzato e che nella parte finale della villeggiatura è stata raggiunta dai suoi figli e dalla figlia del suo nuovo fidanzato. Hanno passato dei giorni veramente divertenti in pieno accordo ed armonia.

Ora la sua vita è costellata da vari interessi: il ballo, il nuoto, le passeggiate, le cene con gli amici. Jocelyn ha dovuto lavorare su di sé per accettare un cambiamento che è stata costretta a subire, ma ora vi si è adattata e ha costruito nuovi progetti. Il disturbo dell’adattamento è solo un vecchio ricordo!

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