La dieta e i suoi motivi di esistere. L’estate, la terribile prova costume, quella ciambelletta di adipe in più, tono muscolare rilassato e ancora tanto altro. Tutti questi fattori convergono verso un solo evento da realizzare: la dieta!
La dieta è la parola magica con la quale si tenta di correre ai ripari in tempi brevissimi quando la prova costume sentenzia, senza pietà, il nostro stato di pessima forma del nostro fisico.
Il rischio è quello di mettersi a dieta in modo insensato, per perdere più peso possibile in meno tempo possibile. Inoltre, molti pensano che la dieta “fai da te” è quella che può risolvere il problema, ma, purtroppo, le cose così non funzionano.
Il termine “dieta” sta ad indicare un regime alimentare che prevede la riduzione, a volte drastica, delle calorie ingerite durante i pasti. Non solo, la dieta può anche prevedere l’eliminazione di particolari cibi e questo per svariati motivi.
Malgrado che le diete richiedano grandi sacrifici e non funzionino quasi mai, esse continuano ad essere considerate come le possibili salvatrici per un’estate al mare.
La strategia, allora qual è?
La strategia di mettersi a stecchetto è un’arma a doppio taglio perché:
- aumenta il desiderio per i cibi vietati,
- porta a scorpacciate di cibo calorico nei momenti di debolezza,
- fa sì che il pensiero sia costantemente rivolto al cibo.
Per evitare queste insidie l’unica strategia sensata è la moderazione. Il consiglio, quindi, è quello di modificare solo leggermente la propria dieta per indurre una riduzione ponderale piccola, ma costante. Quindi mangiare ciò che normalmente si preferisce, ma limitare le dosi: anziché una frittata di cipolle con quattro uova, farne una con due uova, anziché 100 g. di pasta con il ragù, fare 80 g. di pasta (meglio se integrale) con un bel sugo di pomodori e verdure (cipolle, zucchine, carote, ecc.). Insomma, il concetto è che bisogna continuare a mangiare, ma con razioni ridotte, meno caloriche e più digestive.
Addirittura, alcuni studi dimostrano che le diete fanno aumentare il peso anziché ridurlo. Questo accade perché il soggetto si sente penalizzato e debole davanti alla tentazione di un pranzo luculliano. Cede, ma poi si lascia andare e trae i remi in barca andando alla deriva.
Il caso: il marito che porta sua moglie
Domenico e Roberta sono venuti da me per un problema di dieta. Stavamo al mese di maggio.
Loro dopo le vacanze di Pasqua (marzo) decisero di mettersi a dieta perché durante l’inverno avevano poco curato l’aspetto fisico ed entrambi erano in sovrappeso. Lei doveva scendere di 6 kg e lui di 10 kg.
Erano andati da un nutrizionista ed avevano concordato una dieta che sembrava abbastanza abbordabile rispetto ai sacrifici da fare. Così iniziarono con convinzione senza mai sgarrare.
Il destino però era in agguato: c’era l’ultimo sabato di aprile nel quale erano stati invitati al matrimonio della cugina di lui. Non si poteva mancare anche perché Roberta era la testimone.
Naturalmente, la cerimonia prevedeva, dopo la funzione e le foto, il pranzo di nozze.
Si sa che il pranzo di nozze, in generale, è un evento nel quale non si soffre la fame e neanche la sete. L’abbondanza delle portate, molto ricche di sughi e salse, i vini pregiati di accompagnamento certamente non erano a favore di una dieta come quella di Domenico e Roberta.
Fecero il cosiddetto strappo, ma poi sarebbero tornati al regime alimentare che da un mese, con qualche sacrificio, riuscivano a portare avanti.
Così fu, ma mentre per Domenico, già dal giorno dopo, tutto era tornato nella normalità e aveva ripreso la dieta, per Roberta la questione si complicò. Si era vista allo specchio la sera stessa del matrimonio e si vide ingrassata oltremodo (non era vero, ma quell’impressione era dovuta al senso di colpa per aver mangiato eccessivamente). Così ha voluto smettere la dieta, mentre Domenico la continuava imperterrito. Dopo qualche giorno lui si accorse che la moglie si stava deprimendo, si sentiva incapace di fare qualcosa di utile, insomma c’era bisogno di un aiuto psicologico.
Il caso e la cura
Alcune diete limitano fortemente l’assunzione delle quantità di cibo, mentre altre permettono alla persona di mangiare quanto desidera, ma solo all’interno di certi gruppi alimentari, mentre altri sono vietati. Come effetto collaterale, il cibo vietato diventa fortemente desiderato e persino sognato la notte! Concedersi ogni tanto il cibo proibito, è un buon modo per evitare di consumarne con voracità appena possibile.
Roberta, infatti era tornata a mangiare tutti quei cibi che avrebbe dovuto eliminare o almeno limitare.
Quando siamo a dieta siamo anche mentalmente più stanchi perché parte delle nostre energie mentali sono utilizzate per pensare al cibo: cosa possiamo mangiare, in che quantità …
Addirittura, l’inquietudine aumenta quando la persona a dieta fa uno strappo, perché inizia a pensare: “perché l’ho fatto? Come posso rimediare ora?”.
Essere a dieta provoca stress, lo dimostrano i livelli più elevati di cortisolo (l’ormone dello stress) trovati nelle donne che seguono un regime alimentare ridotto.
Le altre sedute a giorni alternati furono scadenzate in modo da poter vedere i successi in modo ravvicinato. I tempi erano brevi e lei doveva essere in forma per la seconda metà di luglio.
Parlando con Roberta venni a conoscere di una forma di competizione tra moglie e marito. Una competizione sana che però in quel caso lei non si sentiva di portare avanti perché era cosciente di stare in grande svantaggio.
Lavorai/ammo sulla questione della competizione e riuscii a convincerla che doveva continuare a partecipare per non sminuirsi nei confronti del marito. Qualunque fosse stato il risultato, il marito l’avrebbe sempre apprezzata per il suo carattere e la carica emotiva che la contraddistingueva.
Un altro successo
Le avevo fatto capire che il miglior modo per perdere peso in modo costante e mantenere i risultati nel tempo è di apportare cambiamenti graduali e sostenibili alla dieta. Un approccio più lento, ma regolare evita gli sforzi richiesti da una vera e propria dieta e permette al nuovo regime alimentare di assestarsi nella nostra routine.
Solo chi acquisisce consapevolezza delle proprie abitudini potrà in seguito modificarle. Le persone in sovrappeso tendono a mangiare in modo disordinato: sono convinte però di rispettare le diete perché ai pasti mangiano meno, ma spiluccano parecchio durante la giornata, oppure prendono bevande zuccherate anziché semplicemente bere acqua.
Chi è in grado di pianificare i pasti, ovvero decidere prima che venga l’appetito che cosa mangiare e in che quantità, ha ottime probabilità di tenere sotto controllo il proprio peso, rispetto a chi aspetta che arrivi l’appetito per improvvisare il menù. Infine per aiutare a mantenere sotto controllo il peso è necessaria la limitazione della varietà dei cibi.
Anche l’attività fisica, come le corrette abitudini alimentari, dovrebbe essere inserita gradualmente nella routine quotidiana. Il messaggio che ci arriva dagli ultimi studi scientifici è chiaro: la moderazione porta a dei cambiamenti che dureranno tutta la vita. Chi si sta indirizzando verso una dieta dovrebbe perciò ricordarsi che l’obiettivo non deve essere quello di perdere più peso possibile in poco tempo, ma armarsi di pazienza e determinazione per raggiungere uno stile di vita più sano.
L’ultima seduta con Roberta fu i primi di luglio, qualche giorno prima della partenza per le vacanze. Era perfettamente riuscita nel suo intento (-6 kg), mentre Roberto era sceso di 8 kg, ma ne avrebbe dovuto smaltire 10. Quindi, Roberta vinse pure la simpatica competizione con il marito.
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