Siamo davvero fortunati a essere nati in Europa e ancora più fortunati ad essere cresciuti in Italia. Il nostro è un Paese che ci ha permesso di assorbire una cultura millenaria e valori radicati nella storia.
Pensiamo al Rinascimento, quel periodo straordinario del Quattrocento che ci ha traghettato dal Medioevo all’Età Moderna. Ci ha regalato capolavori d’arte, scoperte scientifiche e una nuova visione dell’uomo e del mondo.
Pensiamo al Risorgimento, che ha unito l’Italia in una sola Nazione, grazie al coraggio di chi ha lottato per la libertà e l’indipendenza. E pensiamo a tutte quelle persone che, in epoche diverse, hanno sacrificato la propria vita per consegnarci un Paese e un Continente fondati su principi di solidarietà, rispetto e giustizia sociale.
Il modello europeo: un’eccellenza globale
Oggi, il sistema sociale europeo rappresenta un’eccellenza unica al mondo. Il welfare state, così come lo conosciamo noi, è un privilegio raro: in molte nazioni, anche quelle che si definiscono “avanzate”, l’assistenza sanitaria gratuita, l’istruzione pubblica e le tutele per i disoccupati sono diritti inesistenti.
In vaste aree del pianeta, chi si trova in difficoltà è lasciato completamente solo, senza reti di sostegno. In Europa, invece, anche nei momenti più bui, lo Stato e la comunità sono presenti, garantendo cure, sostegno economico e opportunità di riscatto.
Come si diceva, siamo davvero fortunati a essere nati in Europa, e ancora più fortunati ad essere cresciuti in Italia, L’Italia, in particolare, nonostante le sue contraddizioni e inefficienze, ha saputo preservare un sistema di protezione sociale che tutela i più deboli. Pensiamo al Servizio Sanitario Nazionale, che garantisce cure a tutti, indipendentemente dal reddito, o agli ammortizzatori sociali che aiutano chi perde il lavoro. Eppure, spesso diamo per scontati questi traguardi, frutto di secoli di battaglie civili e politiche.
Progresso o regressione?
Ma se questo è il progresso, perché a volte sembriamo voltare le spalle a questi valori? In un’epoca di individualismi esasperati, di nazionalismi e di chiusure, rischiamo di smarrire ciò che ci rende umani: la capacità di prenderci cura degli altri.
L’Europa, oggi, è divisa tra chi vuole difendere il suo modello inclusivo e chi, invece, spinge per politiche egoistiche, dimenticando che la vera civiltà si misura da come tratta i più vulnerabili.
Eppure, la storia ci insegna che ogni passo avanti è stato possibile solo grazie alla cooperazione e alla solidarietà.
Il Rinascimento non sarebbe esistito senza il mecenatismo e la condivisione del sapere.
Il Risorgimento non avrebbe vinto senza l’unione di ideali diversi per un obiettivo comune. Allo stesso modo, oggi, il vero progresso non può che passare attraverso la difesa di quei principi che ci hanno reso grandi.
la sfida del futuro
Essere nati in Europa e cresciuti in Italia è un privilegio, ma anche una responsabilità. In questo momento di cambiamenti radicali, dobbiamo ricordarci che i diritti di cui godiamo non sono eterni: vanno protetti, migliorati e, soprattutto, estesi a chi ancora non li ha.
Il progresso non è solo tecnologia o crescita economica, ma è soprattutto la capacità di costruire una società in cui nessuno sia lasciato indietro.
Se questo è il progresso, allora la nostra missione è preservarlo e portarlo avanti, perché le conquiste del passato non siano vanificate dall’ideologia che ci giunge da oltreoceano, dal concetto che ciò che conta è esclusivamente proteggere il proprio orticello.