Canarie e l’evoluzione del turismo… Lo scorso 20 aprile si è svolta in ognuna delle isole Canarie una manifestazione di protesta contro lo sviluppo turistico che se porta ricchezza a qualcuno, allo stesso tempo provoca una serie di disagi alla maggioranza della popolazione.
Gli albori del turismo
Sino agli anni ‘70 l’economia delle isole era soprattutto legata all’agricoltura ed all’allevamento delle capre.
La maggior parte della popolazione viveva in povertà, alcuni addirittura nelle grotte scavate nelle montagne del nord. Per evitare un’emigrazione di massa lo Stato spagnolo fu costretto ad introdurre una serie di agevolazioni e sussidi, che ancora oggi, ad oltre mezzo secolo di distanza, aiutano ad arrivare alla fine del mese la fascia più povera della popolazione.
Il “paro”, ovvero il sussidio di disoccupazione, è diffusissimo ovunque.
E poi arrivarono i turisti
Negli anni ‘80 Tenerife era già una destinazione turistica amata dagli inglesi. I resort turistici erano sparsi per tutto il sud dell’isola.
Vennero costruiti i primi complessi che venivano commercializzati con il sistema della multiproprietà. Migliaia di famiglie realizzarono il sogno di possedere una proprietà in un Paese “esotico” a prezzi estremamente bassi.
Durante questo periodo, vennero create “enormi aspettative” per lo sviluppo immobiliare e molti investitori, non essendo professionisti del settore, si persero per strada, lasciando molti edifici incompiuti.
Anche altre isole, come Gran Canaria, Fuerteventura, Lanzarote e La Palma, iniziarono ad attirare viaggiatori, che erano affascinati dai paesaggi vulcanici, dalle spiagge di sabbia e dal clima sempre mite.
I prezzi
Erano gli anni delle prime low-cost. Viaggiare non era mai stato così economico.
Gli alberghi ospitavano clienti dodici mesi l’anno è questo permetteva loro di applicare tariffe nettamente inferiori a quelle del continente europeo.
Una pacchia
Iniziò il turismo di massa. Dapprima la ricca clientela proveniente dal Nord Europa e successivamente turisti da ogni luogo; compresa naturalmente l’Italia.
Si iniziò a costruire ovunque, bisognava ospitare una marea di persone, soprattutto nella stagione invernale
Tanti turisti, ma…
Trascorsi 20-30 anni le strutture turistiche avevano bisogno di radicali interventi di ristrutturazione che le proprietà non potevano o non volevano fare.
Da qui la decisione di frazionare le proprietà e vendere ai privati il singolo appartamento; il singolo bungalow.
Oggi l’offerta turistica è rappresentata in gran parte dalle “Vivienda Vacacional“, miniappartamenti quasi sempre situati all’interno di strutture che erano nate come alberghi.
Certo, erano cambiate anche le esigenze dei turisti, che spesso preferivano soggiornare in un appartamento per non dovere soggiacere alle rigide regole alberghiere in fase di orari.
Negli anni queste “VV” sono state vendute e rivendute più volte a prezzi sempre crescenti generando ricchezza anche e soprattutto tra i canari.
Gli “All Inclusive”
Il passaggio successivo fu determinato dall’offerta da parte delle maggiori catene alberghiere della formula che prevede la vacanza prepagata in tutti i suoi particolari.
In sostanza molti turisti vengono imbarcati nelle città di provenienza su voli charter. Arrivati alle Canarie sono attesi da autobus che li conducono direttamente in albergo. Lì godono della formula “all inclusive”, ovvero mangiano e bevono a qualsiasi ora senza pagare nulla.
Siccome molte di queste persone trascorrono l’intera vacanza all’interno dell’albergo, non portano alcun contributo all’economia del paese.
Canarie: l’evoluzione del turismo… In sintesi, il turismo è in continua crescita ma la popolazione non ne trae benefici.
Alcuni numeri
il 2023 è stato un anno record per il turismo. Nelle isole sono arrivati 13,9 milioni di turisti per un totale di oltre 95 milioni di pernottamenti, con un aumento del 10,38% rispetto all’anno precedente. Tutto questo in un territorio, quello canario, dove vivono poco più di due milioni di persone.