Auguri mamma…

ByGioia Bertonati

4 Maggio 2025
mamma

Oggi é la festa della mamma in Spagna e domenica prossima invece si festeggerà in Italia.

Probabilmente, tra le figlie del consumismo, devo ammettere che sia quella che preferisco. Perché su una cosa siamo tutti d’accordo: la mamma é sempre la mamma. Ho i social network invasi da canzoni, film e frasi che ci ricordano quanto sia importante la sua presenza all’interno della nostra vita. Un pilastro che va onorato e ringraziato, e anche festeggiato ogni prima domenica di Maggio.

Io penso che ogni persona abbia un rapporto peculiare con la propria madre, non sono certamente tutti uguali, cosi come senza dubbio, una madre non ha lo stesso rapporto con i suoi figli. Il rapporto con mia madre al giorno d’oggi è magnifico. Adesso che non sono più una bambina, anche se in cuor suo credo che lo sarò per sempre, mi tratta come un’amica, una confidente. Adesso sono io che le posso dare consigli, sono io che mi preoccupo se non mi risponde al cellulare e per dirla tutta, a volte ho anche cucinato per lei. Ma per arrivare a questo tipo di rapporto, abbiamo attraversato le peggiori tempeste.

Prima che andassi via di casa, per me mia mamma era una nemica. Odiavo la forma che aveva di sgridarmi, mi sentivo come se fossi un fallimento ai suoi occhi e ho scritto pagine e pagine di diario dove mi sfogavo dicendo le peggiori cose sul suo conto. Io non l’avevo capito che nessuno di noi nasce genitore. Non potevo capirlo che per mia madre era la prima volta che faceva la madre di una ragazza adolescente. Probabilmente non sempre ha agito nel giusto, e non la perdonavo perché non mi rendevo conto che nemmeno lei potesse sapere come si faceva.

E poi credo che da quando lei era stata una ragazzina a quando lo ero stata io, i tempi sono cambiati tantissimo. Il rapporto genitori-figli si è trasformato, evoluto, e forse lei non ha avuto l’esempio del ruolo di madre moderna che ha dovuto imparare, anche se mia nonna non fosse proprio una persona all’antica.

Prima dell’adolescenza, invece, come ogni bambino, io vivevo per mia mamma. La amavo. Ricordo che a scuola, lontano da lei, per quanto amassi studiare mi venivano gli attacchi di panico. Avevo paura dell’abbandono, una paura tremenda di perderla, ed ero gelosissima di mio fratello minore. Credo che volessi tutte le sue attenzioni per me, ma lei mi trattava come se fossi indipendente, o semplicemente la figlia maggiore, e allora mi arrabbiavo tantissimo.

Mi ricordo ancora il suo profumo, quello al muschio bianco. Ricordo quando mi portava con lei a lavoro, quando mi comprava i libri che le chiedevo.

Mia mamma è stata senza dubbio una donna “con le palle”. Magari non vuole che racconti nel dettaglio cosa ha fatto per me e per mio fratello, ma non lo dimenticherò mai. E lei sa a cosa mi riferisco. È stata una leonessa, e mi ha insegnato cosa vuol dire la dignità e l’amor proprio. Mi ha insegnato che l’amore per i propri figli supera tutto il resto.

Ma è pur sempre un essere umano, ha sbagliato anche lei nella vita, anche con me a volte, e mi chiedo perché sia così tanto difficile per noi figli ammettere che i genitori non siano perfetti.

Io so quali siano i suoi limiti. Mia mamma è permalosa e se è convinta di aver ragione, non c’è modo di farle cambiare idea. Mia mamma poi, è anche un po’ drammatica. Ma mia mamma ha il cuore più grande che io conosca, attraversa le tormente e non si piega, almeno è quello che fa vedere a noi. So che piange quando è da sola, e so che per lei sia stato difficile vedere me e mio fratello andare a vivere fuori casa, per questo ora i suoi cani per lei sono tutto.

Mi chiedo quanto sia difficile vedere il proprio figlio prendere il volo e abbandonare il nido. Quella persona che è stata il centro delle tue attenzioni, delle tue premure e delle tue ansie per vent’anni che se ne va, e tu rimani lì con il cuore a pezzi ma incredibilmente felice perché stai raccogliendo i frutti del tuo lavoro e dei tuoi sacrifici. Perché è diventato un adulto responsabile e indipendente. Per questo per me è importantissimo che lei sappia che continua ad essere un pilastro. La amo, non potrei mai vivere senza la sua presenza. E sa anche benissimo che tutte queste parole non riuscirei a dirgliele guardándola negli occhi, perché mi vergognerei troppo, ma che ho bisogno di sapere che lo sappia.

Da quando vivo per conto mio, ho capito molte cose. Ho capito quando mi diceva che la casa non si lava da sola. Ho capito che se avessi un adolescente in casa che non alza nemmeno un piatto probabilmente impazzirei o semplicemente lo obbligherei a pulire (non so come abbia fatto a non farlo), ho capito quando mi diceva che i soldi non piovono dal cielo. E anche quando mi diceva che era sbagliato uscire e fare festa tutte le sere. Quando mi chiedeva di avvisare se tornavo tardi o di qualsiasi spostamento. Ho capito tutto, tutto quello che mi diceva e che non volevo ascoltare, tranne una cosa: non ho ancora capito come potrei un giorno vivere senza di lei.

Auguri mamma, questo è il tuo giorno, grazie per il nostro rapporto. Grazie per le partite a burraco, per i nostri “ce la faremooooo”, per gli attacchi di risa, (come quella volta che tanto ridevi che non riuscivi ad aprirmi la portiera), grazie per vantarti così tanto di me con le tue amiche per poi nel privato non lasciarmi portare fuori i cani perché hai paura che non sia in grado. Grazie per tutti gli aneddoti che abbiamo insieme, perché ogni volta che usciamo ci succede qualcosa. Ti amo. Tua Gioia.

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