atalanta

La data del 22 maggio 2024 è destinata a far parte per sempre della storia di Bergamo e dell’Atalanta.

L’Atalanta, la squadra di calcio cittadina ha vinto la Europa League entrando di diritto tra le prime squadre europee.

Stiamo parlando di una squadra di calcio, della vittoria di un trofeo, che c’entra la città?

C’entra, eccome se c’entra.

A Bergamo il legame tra la città e la Dea (si, Atalanta era un personaggio della mitologia greca. Donna capace, determinata e coraggiosa. Abile nella caccia e nella corsa). Dicevamo che il legame con la città è sempre stato molto stretto. A Bergamo non si dice vado allo stadio ma vado all’Atalanta. A Bergamo gli abbonati occupano tre quarti dei posti disponibili allo stadio, gli altri biglietti vanno esauriti non appena messi in vendita.

Eppure il palmares per quanto di tutto rispetto per una squadra provinciale non è mai stato esaltante. Una coppa Italia vinta nel 1963 e nulla più. Fino a ieri.

Obiettivo della Dea è sempre stato giocare in serie A. Obiettivo spesso raggiunto ma non erano infrequenti le retrocessioni nella serie cadetta e talvolta perfino in serie C.

Poi arrivò la famiglia Percassi

Antonio Percassi è uno dei maggiori imprenditori italiani. Nato in Val Seriana, diviene a sua volta un giocatore dell’Atalanta con la quale gioca, anche in serie A, sino al 1976 quando, a soli 23 anni lascia il calcio per avviare la sua attività imprenditoriale. Conosce Luciano Benetton e apre il suo primo store a marchio Benetton. E’ l’inizio di una cavalcata che lo porta a possedere migliaia di negozi con i marchi più famosi e, nell’edilizia a costruire tra le altre cose alcuni dei maggiori Centri Commerciali italiani. Oggi il gruppo Percassi ha 9.000 dipendentie fattura oltre un miliardo di euro.

Tra i sei figli di Antonio c’è Luca. Anche lui ha giocato a calcio a livello professionale, la sua carriera lo ha portato ha giocare anche nel Chelsea, e quando il padre decide di acquistare l’Atalanta, chi più di Luca può occuparsi in prima persona della gestione della società?

Siamo nel 2011 e la famiglia Ruggeri che ha da poco perso il capostipite, mette in vendita l’Atalanta che sta scivolando in serie B, al prezzo di 14 milioni.

L’Atalanta e il nuovo proprietario

Percassi fiuta l’affare, che oltretutto gli permette un grande balzo d’immagine ed acquista la società.

Poco più di 10 anni dopo venderà il 55% delle quote ad un prezzo venti volte superiore, ad un fondo americano il cui maggior azionista è il proprietario della squadra cestistica dei Boston Celtics.

Assume la carica di presidente affidando il ruolo di amministratore delegato al figlio Luca e cominciano a lavorare. La parola d’ordine è programmazione, al fine di ottenere buoni risultati sportivi mantenendo i conti in ordine.

L’obiettivo è rimanere in serie A e non solo per la soddisfazione di esservi ma soprattutto per ricavare le risorse economiche per sopravvivere. Se i ricavi non bastano si cedono i giocatori migliori e si fa cassa.

Certo, non puoi pretendere di vincere da subito ma l’ambiente può aspettare, dopotutto non si è abituati a risultati mirabolanti.

La società investe nella struttura di Zingonia per ampliare il settore giovanile, investe nello scouting per individuare giovani talenti all’estero.

Tutti bravi ma…. come recita la Legge di Dunn:

Nessuna pianificazione, per quanto attenta, potrà mai sostituire una bella botta di culo”

L’Atalanta e gli allenatori

All’inizio della stagione 2016/2017 l’Atalanta sta cercando un nuovo allenatore. Alessandro Reja se ne è andato senza lasciare grandi rimpianti. Bravissima persona ma risultati così così.

Come sostituto viene individuato Rolando Maran, allora al Chievo, perché esperto nel portare le squadre di provincia alla salvezza. Maran accetta ma ha ancora un anno di contratto con la squadra veneta e Campedelli, presidente del Chievo, non lo libera.

Bisogna cercare un’altra figura ma il tempo stringe e i profili sono quelli che sono.

Tra i pochi allenatori disponibili c’è Giampiero Gasperini che a Genova ha fatto molto bene. Viene assunto tra lo scetticismo generale.

Si inizia così, 3 sconfitte nelle prime 4 partite. Si comincia a parlare di panchina in bilico ma società ed allenatore decidono una rivoluzione; fuori i giocatori affermati, dentro i giocatori del vivaio.

L’Atalanta vince a Napoli ed inizia il ciclo che la porterà negli anni successivi a qualificarsi per ben quattro volte alla Champions League.

A distanza di 7 anni di quella formazione in campo al Maradona è rimasto solo Raphael Toloi. I giovani sono statti ceduti alle squadre più blasonate generando utili per centinaia di milioni prontamente reinvestiti per rinforzare la squadra che oggi è salita ai vertici europei.

Oggi l’Atalanta, la squadra della cittadina Bergamo si appresta a terminare il rifacimento dello stadio, acquistato dal comune e ristrutturato con un investimento di 100 milioni dove ospiterà le migliori squadre europee.

Lo scudetto? Chissà; a forza di alzare l’asticella….