assertivo

L’assertività (dal latino “asserere” che significa “asserire”), o asserzione (o anche affermazione di sé), è una caratteristica del comportamento umano.

L’assertività consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni ed opinioni senza però offendere né aggredire l’interlocutore. Ci ritroviamo a sprecare molto tempo ed energia per cambiare gli altri, ma il più delle volte questo non succede e ci sentiamo ancora più scoraggiati di prima. Se è così, potrebbe essere utile un training per assertività.

Il modo di reagire quando le nostre esigenze non vengono rispettate varia a seconda del nostro carattere:

  • possiamo stare in silenzio senza esprimere la rabbia;
  • rassegnarci;
  • diventare ancora più compiacenti nella speranza di essere prima o poi ricambiati;
  • reagire con aggressività, accusando il fautore della nostra infelicità.

Le differenti reazioni a questa situazione sono accomunate da un’unica motivazione: pretendiamo che gli altri ci rendano felici, ma purtroppo non lo fanno.

Un esempio globale recente

Volendo vedere un esempio eclatante di quanto detto sopra lo possiamo riscontrare nell’assenteismo da record storico che si è avuto nelle ultime elezioni europee: gli altri (coloro che fanno politica) non ci fanno felici. Allora come ci comportiamo? Varie possibilità:

  • possiamo stare in silenzio rimuginando sulla situazione che ci appare insoddisfacente e ci porta in uno stato di rabbia (questi sono quelli che se vanno a votare producono il cosiddetto voto di proteta);
  • ci rassegniamo, intanto è sempre la solita cosa perché loro non pensano certo a me, … hanno ben altre cose a cui pensare (questi sono i maggiori assenteisti, quasi nessuno va a votare e rappresentano la maggioranza di chi non va);
  • andiamo a votare, vedrai che con questo Governo le cose cambieranno e dobbiamo dargli forza (questi, gli ottimisti incrollabili, sperano che qualcosa possa cambiare e sentono che il loro voto potrebbe essere il vero ago della bilancia, ma costoro sono pochi, la minoranza di chi va);
  • diventiamo aggressivi quando entriamo nell’argomento della politica perché convinti che la nostra infelicità è causata dall’azione di individui politici esterni (questi, in genere, sono anarchici, non vanno a votare, ma sbraitano urlando contro chi ha il potere, a volte possono essere pericolosi).

Che dice la psicologia?

Secondo la psicologia, ci sono tre principali modi di relazionarsi con gli altri: il modo assertivo, il modo aggressivo ed il modo passivo. Le persone assertive sono quelle che hanno trovato un giusto equilibrio tra il soddisfare le proprie esigenze e rispettare gli altri.

Le persone aggressive invece sono molto concentrate su se stesse e non tengono conto delle esigenze altrui. Pretendono, sono convinti di non sbagliare mai e non sentono se gli altri soffrono per il loro irritante atteggiamento. L’aggressivo ha sicuramente il vantaggio di ottenere ciò che vuole, ma col tempo è destinato alla solitudine.

Le persone passive, al contrario, non fanno mai delle richieste esplicite, ma si aspettano che col tempo saranno ricambiati in modo spontaneo. Purtroppo questo non avviene e la frustrazione in loro aumenta sempre di più, fino a che, in certi casi, possono “esplodere”. Subito dopo però si sentono in colpa per come si sono comportati ed il circolo vizioso ricomincia.

Dopo questo excursus che però è servito per inquadrare le tipologie delle reazioni che, in linea generale, si possono riscontrare, andiamo a vedere il caso di un mio paziente, Sergio che ha faticato non poco per trovare una linea di normalità nel suo modo di pensare ed agire.

La storia di Sergio – Primo colloquio

Proprio in una di queste situazioni si è trovato Sergio, un mio paziente, un uomo che da poco aveva superato i quarant’anni. Aveva un ottimo lavoro che gestiva con intelligenza e diligenza, anche se aveva dei riscontri economici di tutto rispetto la sua vita era colma di sofferenze perché il mondo non andava come lui avrebbe voluto. Spesso parlava di come poter organizzare, sistemare, inquadrare, insomma voleva mettere a posto il mondo. A volte parlava con altri e cercava di essere convincente e soffriva quando vedeva che questi suoi sforzi non erano percepiti nel modo da lui voluto. Spesso era arrogante e aggressivo verso chi faceva resistenza, naturalmente sempre mantenendosi al livello verbale.

L’uomo arriva al suo primo appuntamento con le idee piuttosto chiare: “Sono una persona troppo aggressiva, quasi tutti i giorni tratto male chi mi sta vicino, ma subito dopo mi sento in colpa e me la prendo con me stesso. Il problema è che i miei scatti d’ira sono incontrollabili. Io sono qui per diventare una persona assertiva”.

Sergio ha sovente scoppi d’ira perché gli altri non si comportano come vorrebbe lui. Non crede di essere una persona capricciosa ed esigente, ma non riesce ad ottenere ciò che vuole e così inizia ad urlare, per poi dispiacersene profondamente.

La storia di Sergio – Psicoterapia e guarigione

Una delle vittime dell’aggressività di Sergio è Veronica, la sua segretaria. Veronica è una donna capace nel lavoro, ma è molto distratta, spesso compie errori sul lavoro. Sergio spesso la rimprovera, anche duramente. Il risultato è che Veronica si agita mentre Sergio, dopo essersi infuriato, si sente in colpa. Lascia cadere la questione come se il motivo di tanta rabbia non avesse più importanza. Veronica così non pensa di avere un capo esigente, ma piuttosto un capo lunatico soggetto a sbalzi di umore!

La moglie di Sergio, Rossella, è un’altra persona che lo mette in difficoltà. Sergio è disturbato quando lei non risponde al cellulare, o non è disponibile ad uscire con lui. L’uomo però non riesce a fare richieste in modo adeguato alla moglie, o esprimere i propri sentimenti, ma preferisce chiudersi in se stesso, magari facendo il muso. Rossella però non pare accorgersi neppure che il marito è così tanto offeso! O forse se ne accorge e fa finta di niente?!

Diventare assertivo è l’obiettivo che Sergio si è posto iniziando il suo percorso terapeutico. Egli dovrà imparare a fare richieste in modo adeguato, ad accettare i rifiuti, ad esprimere i propri sentimenti e a motivare gli altri. Si tratta di un paziente intelligente, dopo le prime sedute inizia ad assaporare i vantaggi dell’essere assertivo. Nota che si arrabbia molto meno applicando alcuni semplici accorgimenti (contare fino a 10 dice lui per farmi comprendere i suoi progressi). Le persone che gli stanno vicino lo capiscono più velocemente e si relazionano con maggior piacere a lui. Sergio sta sperimentando che per stare meglio non si devono cambiare gli altri (impresa impossibile), ma solo modificare qualcosa di se stessi (impresa difficile, ma possibile). Con circa tre mesi di psicoterapia Sergio ha raggiunto l’equilibrio che cercava ed ora sta decisamente meglio.

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