Arca Seconda (Urania nº 723, 1977) è un romanzo di Roger Dixon che riprende un tema caro a molti autori di Fantascienza: il futuro della razza umana.

Roger Dixon è uno scrittore inglese nato a Portsmouth nel 1930 e scrive Arca Seconda, titolo originale Noah II, nel 1970, quando parlare di Intelligenza Artificiale era ancora regno indiscusso della Fantascienza. Nato dalla collaborazione con Basil Bova, il romanzo non è certo un capolavopro, ma ha un suo fascino particolare che lo ha reso popolare tra gli amanti del genere.

Vediamo di scoprire insieme perchè.

Fin dalle prime righe del romanzo, capiamo che Dixon è sicuramente un uomo di Fede e crede fermamente nell’esistenza di Dio. Di religione e Fantascienza vi ho già parlato in precedenza, nel numero 33 di arcipelagocanarie.eu, ma quest’opera in realtà si spinge oltre.

Siamo di fronte ad una riscrittura del libro biblico della Genesi in versione futuristica.

I presupposti

In un lontano futuro Intelligenze Artificiali perfette gestiscono, per il bene dell’uomo, un mondo perfetto. Gli uomini hanno affidato a queste macchine il loro futuro, dopo tante guerre e distruzioni.

Ne risulta una società perfetta anch’essa: piccole comunità autonome, tutte eguali, i cui abitanti sono nutriti, protetti, assistiti dalla culla alla morte.

Già dalle prime pagine però, il messaggio di Dixon è chiaro: attenzione! la perfezione nasconde il suo lato oscuro.

I neonati vengono separati alla nascita dalle madri, un computer decide se allevarli o eliminarli e vivono i primi cinque anni della loro vita in asili nido, accuditi da macchine. Dopo questo primo periodo, vengono inseriti nella comunità dove vivranno per soddisfare i loro bisogni primari: mangiare, bere, fare sesso.

Niente scrittura, niente libri, niente stimoli esterni. Le macchine non trattengono i loro “ospiti” ma avvertono: fuori ci sono solo altre comunità uguali a quella dove vivono, non c’è altro.

Una Società perfetta che reprime tutto ciò che potrebbe spingere l’uomo a ripetere gli errori del passato. Peccato lo faccia snaturando la natura umana e riducendolo a poco più di un animale.

Difficile non associare a questa visione pessimistica quella di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, scritto nel 1953, dove è stata bandita la scrittura per controllare il popolo.

Noah e la seconda Arca

Ma a volte nascono bambini troppo curiosi, insoddisfatti di un’esistenza così vuota e senza stimoli. Così il protagonista, il giovane Preston, si ribella e va a vivere all’esterno della comunità. A lui si unirà Sarah e malgrado la vita fuori dalla Comunità sia durissima, quasi impossibile, la giovane coppia non demorde. Negli anni si uniranno altri e fiorirà una piccola città dove i suoi abitanti vivono liberi dalle macchine e a misura umana.

A questo punto entra in gioco la versione extraterrestre di Geova: Vicro. Quest’essere di un altro pianeta svelerà a Preston il ruolo che Dio ha in serbo per lui: novello Noè dovrà costruire una flotta di astronavi, l’Arca Seconda appunto, per portare in salvo uomini e animali da una imminente catastrofe naturale.

Conclusioni

Per chi crede in una entità superiore, un Creatore, questo romanzo apparirà quasi ispirato. In termini più prosaici, direi che restituisce fiducia nel futuro dell’umanità ed offre, una volta tanto, una visione positiva degli alieni. Arca Seconda è una favola, tutto sommato, e come tutte le favole è un piacevole intrattenimento destinato a tutti e un messaggio morale per chi lo vuol trovare.

Alla prossima e naturalmente

Lunga Vita e Prosperità

Foto di Giampiero Sorce e dell’IA Dall-e di Bing