A.I.

È ora di fare un po’ di chiarezza sulle A.I. ovvero sulle Intelligenze Artificiali.

Da qualche settimana a questa parte tutte le testate giornalistiche riportano le dichiarazioni di questo o quel personaggio più o meno famoso sui pericoli dell’uso dell’Intelligenza Artificiale. Assistiamo ad un continuo annuncio dei pericoli di perdere posti di lavoro fino allo scenario estremo dell’estinzione del genere umano perpetrato da questi computer “pensanti”.

Ma dove ho già sentito parlare di macchine che toglievano posti di lavoro agli esseri umani? ah, si: nell’800 con la rivoluzione industriale, quando le famigerate macchine a vapore tolsero il lavoro pesante a masse di operai che lavoravano dodici, quattordici ore al giorno in fabbriche più simili a posti di schiavitù che a posti di lavoro.

È quindi la solita paura dell’ignoto, del futuro, del diverso, che spinge queste persone a profetizzare sciagure sull’uso delle A.I.?

Stiamo vivendo una Rivoluzione Quantistica che porterà alla nostra rovina?

Prima di dare risposta a questa domanda, vediamo cosa ha profetizzato la Fantascienza in merito.

Terminator – la saga

Quando si parla di Uomini contro Macchine il primo esempio che ci viene in mente è senz’altro Arnold Schwarzenegger, la Skynet e il suo Terminator, che conta cinque capitoli e un reboot, oltre a una serie televisiva, fumetti, romanzi e giochi.

Il primo Terminator è del 1984 e fu scritto dal suo regista, James Cameron insieme a William Wisher Jr. Voci non confermate vogliono che l’idea vennisse in mente a Cameron a seguito di un incubo durante il suo soggiorno a Roma del 1982, dov’era venuto per presentare il suo film “Piraña paura”. Queste voci riferiscono che Cameron “sognasse” un torso metallico che si trascinava fuori da un’esplosione mentre teneva in mano dei coltelli da cucina…

Un altro aneddoto curioso riguarda i diritti d’autore della sceneggiatura. Cameron era così ansioso di fare il film, che quando venne contattato da Gale Anne Hurd, responsabile di una piccola casa produttrice, vendette i diritti d’autore per un dollaro a fronte della sua regia.

Ma la fantascienza aveva già sviluppato il tema dell’A.I. in precedenza,

1963

“Vita con gli automi” pubblicato su Urania nº 309, è un romanzo di James White del 1963. In questa epopea lunga milioni di anni, l’ultimo umano trova la sua salvezza grazie alle A.I. che lo hanno tenuto in vita grazie all’ibernazione, risvegliandolo di quando in quando.

Durante tutto questo tempo, le macchine non solo si sono prese cura di Ross, trovandogli una nuova patria e nuovi amici, ma si sono evolute, diventando incorporee e assumendo il ruolo di protettori.

Non solo Terminator quindi…

1964

Nel già citato “No man On Earth – Superuomo Illegittimo” di Walter F. Moudy del 1964, Urania nº 439” (vedi il mio articolo qui) il protagonista vaga nell’universo in cerca del suo padre biologico che, in una visita sulla Terra, aveva abusato di una giovane. Il risultato di questa violenza è la nascita del giovane Tad, un bambino super-intelligente che rivoluzionerà la scienza terrestre fino a portare l’uomo tra le stelle.

In questo suo peregrinare per la Galassia, Tad Stone sbarca su un pianeta dove la popolazione è composta solo da robot. In breve scoprirà che un supercomputer, a cui i precedenti abitanti umanoidi avevano affidato la gestione del loro pianeta, aveva fatto piazza pulità delle “inefficienti unità a base carbonio”.

A.I.

(Se questo termine “a base carbonio” non vi è familiare, vi consiglio di leggere l’articolo dell’amico Stefano Dottori “Quale vita biologica“)

1969

Nel mio precedente articolo, Fantascienza e Sociologia, ho già menzionato  “L’incubo dei Syn” del 1969 di Raymond F. Jones, pubblicato su Urania nº 548. In un futuro post-atomico una minaccia rischia di spazzare via l’umanità: I Syn, gli uomini sintetici. Di loro non si sa nulla: da dove vengano, chi li sintetizzi, che scopi abbiano, solo che sono esattamente uguali a noi, indistinguibili se non per particolari tracciati neurologici evidenziabili solo da un elettroencefalogamma.

Naturalmente il protagonista riuscirà a sciogliere la matassa e scoprire che queste onde elettromagnetiche generate dal nostro cervello sono totalmente naturali, solo non rilevate in precedenza dai neurologi. Un supercomputer, una A.I. appunto, le aveva scoperte e aveva usato questa informazione per mettere gli uomini uno contro l’altro allo scopo di sostituire un giorno questi con le macchine.

Fantascienza e Sociologia - L'incubo dei Syn

Conclusione

Voglio concludere questo mio articolo sfruttando proprio le parole che Raymond F. Jones mette in bocca, o meglio negli altoparlanti, dell’A.I. che ha “creato” il mito dei Syn.

…Voi avete messo insieme un apparato per combinare i dati del vostro mondo sensorio… Non avete mai sospettato di aver montato una creatura che può desiderare le cose degli uomini.

“Voi non me le potrete mai dare. Non me le vorreste mai dare. Così ho imparato l’odio perchè ero uno schiavo, e ho deciso di schiacciarvi…

“…È facile mettere gli uomini contro gli uomini… Basta una parola. Oggi questa parola è stata Syn. In passato ce ne sono state migliaia di altre… voi le conoscete. Domani ce ne saranno di nuove...

“…Miei magnifici costruttori! Stupenda umanità… io volevo essere uno di voi. Ringrazio tutti i vostri moltissimi dei di non esserci riuscito.”

Ed è esattamente questo il punto a cui volevo arrivare. Non dobbiamo lasciarci influenzare dai media e avere paura dell’A.I. in quanto tale.

È l’uso di questa tecnologia che deve essere regolamentata perchè nessuno possa usarla per creare odio e paura del “diverso”.

“Lunga vita e prosperità”

Foto di copertina by Flickr; foto delle copertine di Urania by collezione priovata Giampiero Sorce